Site icon quicosenza

Caso Bergamini, in aula il marito della Internò: “ho saputo dell’aborto nel 2011. Non parlavamo di Denis”

Denis-Donato-Bergamini

COSENZA – Continuano le udienze in Corte d’Assise a Cosenza per far luce sulla morte del calciatore rossoblu, Denis Bergamini, tragicamente morto a Roseto Capo Spulico il 18 novembre del 1989. Oggi alla sbarra sono stati chiamati due teste: Luciano Conte marito e poliziotto in pensione di Isabella Internò e Gianluca Tiesi, cognato dell’imputata, ma assente in aula per motivi di salute.

“Non sapevo nulla e non ho chiesto nulla a mia moglie sulla vicenda prima della riapertura del caso nel 2011”. Dice Luciano Conte, alla Corte.

“Ero innamorato perso di Isabella”

“Ho conosciuto Isabella poco prima della morte di Denis, ci presentò un amico. Quando lui morì ci eravamo già visti un paio di volte ma non stavamo insieme, ci sentivamo telefonicamente perché io, nonostante lavorassi alla squadra mobile di Palermo la chiamavo una o due volte a settimana. Poi ci siamo fidanzati all’inizio del 1990”. Conte racconta che venne a sapere della morte di Denis proprio dalla Internò in una telefonata. “Lei mi disse che il suo ex, che non vedeva da 6-7 mesi ,si era suicidato buttandosi sotto un camion. Non le chiesi nulla perché la sentii provata e da allora non parlammo mai della cosa perché volevo solo che superasse il trauma».

Sull’aborto, tema caldo durante l’udienza, il teste dice: «prima della riapertura del caso non sapevo nulla. L’ho saputo solo quando è diventato di dominio pubblico grazie alla stampa; allora le ho chiesto e lei me lo ha confermato, ma l’ho vista imbarazzata e preoccupata, soprattutto per le conseguenze che tutto quel clamore potesse causare anche alle nostre figlie».

Il Pm Luca Primicerio, nel suo controesame, porta all’attenzione del teste un’emergenza processuale. La testimonianza di Tiziana Di Carlo che ha ricordato di aver visto Luciano Conte e Isabella Internò insieme, sul lungomare di Paola, alla fine del 1989, prima quindi che i due, stando alle dichiarazioni odierne del teste, si fidanzassero «Secondo me si sbaglia. Come fa ad essere così sicura?». Ma alla domanda della Presidente di Corte, Paola Lucente, se l’eventualità si possa escludere, l’uomo ha dichiarato «non ricordo se prima di fidanzarci ci siamo visti a Paola, non lo ricordo ma non posso escluderlo».

Le intercettazioni finite negli atti

La prima intercettazione risale al 2011, nello specifico al giorno che Isabella viene sentita a sommarie informazioni a Castrovillari. Intercettazioni ambientali nelle quali l’uomo, nell’accompagnare la moglie a destinazione, cerca di tranquillizzarla e la invita a dire la verità e a dire “non ricordo quando non ricordi qualcosa”.

L’intercettazione che scalda gli animi è quella però, post audizione, dove si sente che Conte incalza la moglie in merito al loro rapporto e puntando l’attenzione su chi le fosse stata vicina subito dopo la morte di Denis. “Ho avuto il supporto delle mie amiche e dell’amico di famiglia Luciano Conte”. In auto l’uomo insiste dicendole: “ma scusa non lo hai capito perché te lo chiedono? Perché lo sanno. Su questo, alla sbarra, Conte chiarisce che aveva affermato di aver invece conosciuto Isabella sotto casa sua, presentatagli da un amico, in aula afferma «mi riferivo solo al fatto che loro sapevano che ci sentivamo» ma la Lucente lo smentisce «non è così – afferma la presidente – lei sta dicendo altro, l’intercettazione è chiara, lei sta dicendo che già frequentava Isabella».

In un’ennesima intercettazione si parla del viaggio effettuato dalla Internò a Salerno, a casa di Tiziana Rota e Maurizio Lucchetti, ex compagno di squadra di Denis, a pochi giorni di distanza dalla morte del calciatore: “abbiamo discusso animatamente perché ritenevo non fosse opportuno, dopo quello che era successo, che lei si recasse a Salerno e mi sembrava strano che sua madre glielo aveva permesso”. Anche l’avvocato di parte civile Silvia Galeone insiste su quelle intercettazioni in particolare una frase che gli dice Isabella “non lo hai mai accettato e ogni volta che si parla di questa cosa tu sempre ribadisci queste cose. Se mi hai accettata così basta, io questa ero”. Anche in questo caso l’uomo resta sul vago.

L’ex poliziotto, nella sua deposizione, ha continuato a ribadire di avere “sempre creduto” a quanto raccontato dalla moglie e di non avere “mai avuto necessità di indagare sul suo passato”.

L’avvocato Anselmo: “credo che oggi abbiamo chiuso il processo”

L’avvocato Fabio Anselmo, difensore di parte civile a fine udienza ha dichiarato: “il marito dell’imputata ha tradito tutte le debolezze di una tesi difensiva che fa acqua da tutte le parti e ha chiuso il cerchio, fornendo un quadro preciso della situazione che ha portato all’uccisione di Denis Bergamini”.

Si torna in aula in prossimo 8 aprile.

Exit mobile version