FUSCALDO (CS) – E’ calabrese il nuovo campione italiano dei pesi medi di boxe. Si tratta Dario Morello (31 anni) di Fuscaldo, cittadina del Tirreno cosentino. Morello si è aggiudicato la cintura di campione italiano, sabato scorso al Centro Pavesi di Milano in occasione della nona edizione di The Art of Fighting, nel match clou contro Yassin Hermi. La boxe in casa Morello, è una questione di famiglia. La passione per questo sport a Dario è stata trasmessa dal padre Ercole, suo allenatore, tant’è che il neo campione italiano ha cominciato a boxare da giovanissimo, inanellando nel corso della sua carriera numerosi trofei. Dario soprannominato “Spartan“, per gli amanti dei numeri, sabato sera si era presentato sul ring del Centro Pavesi, forte di 24 vittorie (4 per knock out) e 1 sola sconfitta. La sua specialità, oltre ad un tecnica e ad una tattica impeccabile, com’è stato possibile vedere sabato sera, è la capacità di schivare i guantoni degli avversari.
L’intervista
Dario, all’inizio, hai lasciato boxare il tuo avversario, facendolo stancare e mandandolo ripetutamente a vuoto. Nella seconda parte del match, dopo avergli preso le giuste misure, hai cominciato a dettare i tempi, grazie ad una superiorità tecnica e tattica che alla fine non ha lasciato scampo ad Hermi….
“All’inizio di solito tendo a mettere io i primi colpi del match perché mi piace far capire subito che non sarà una serata “bella al mio avversario” a sto giro m’ha beccato duro subito lui. Però si, il game plan era quello giusto quindi nel giro di pochissime riprese si è incanalato nella strada giusta”.
Nel corso del match con Hermi, che è uno che boxa molto bene, hai fatto vedere la tua tecnica nello schivare i suoi guantoni. Una tecnica che ti riconoscono in molti, fino a definirti a livello mondiale uno dei più bravi…
“Quella difensiva è la mia skill più “fuori dal normale”. Non ho niente da campione se non questo aspetto. In questo match, in alcune fasi credo che sia vista”.
Hai disputato il match contro Hermi, come hai detto alla fine, usando la testa e dopo aver studiato il tuo avversario. Un avversario che boxa davvero bene e picchia duro.
“Preparo i match come quando un sarto che cuce un abito su misura. Sono maniacale. Preparo e mi preparo ad ogni scenario possibile ed immaginario. So in anticipo cosa accadrà e cosa fare. La tattica è tutto. Hermi era non il più forte ma il più pericoloso da affrontare in questo momento. Non potevo permettermi uno scivolone. Non adesso”.
Possiamo dire che la passione della boxe è una questione di famiglia visto e considerato che ti è stata inculcata da tuo padre Ercole, pugile a livello amatoriale prima e poi allenatore, il tuo allenatore?
“La boxe è la cosa che più mi lega a mio padre. Grazie ad essa ci siamo vissuti e continuiamo a viverci. Devo molto lui anche e soprattutto pugilisticamente. Sono la sua continuazione pugilistica da atleta e da coach…”.
Dopo questa meritatissima vittoria, quale sarà il tuo prossimo obiettivo?
“L’EBU Silver se il francese Diego Natchoo non continua ad usare sotterfugi per ritardare la difesa del titolo. In caso diverso mi inventerò qualcosa per far match interessanti. Combatto dai super welter ai super medi. Punto il mirino su quello con cui instaurare una bella faida, rumore mediatico e zac…altro money fight”.
Foto di Beppe Merigo
