LAGONEGRO (PZ) – Segni compatibili con un’insufficienza respiratoria. E’ quanto sarebbe emerso dai risultati preliminari dell’esame autoptico eseguito sul cadavere di Luigi Di Sarno, 52 anni, il turista campano morto a seguito del focolaio di botulino esploso a Diamante. Secondo quanto trapelato, durante l’esame necroscopico eseguito all’ospedale di Lagonegro, sono stati riscontrati segni generici di asfissia, coerenti con le conseguenze della tossina botulinica sull’apparato respiratorio.
I periti incaricati hanno effettuato prelievi di organi per analisi istologiche, oltre a campioni di liquidi biologici, contenuto gastrico e materiale rettale. I campioni verranno ora sottoposti ad esami di laboratorio, con l’obiettivo di accertare la presenza del batterio Clostridium botulinum o delle sue spore.
Si attendono i risultati completi, che potranno chiarire in modo definitivo le cause della morte e contribuire all’inchiesta aperta dalla Procura di Paola, che mira ad accertare eventuali responsabilità penali, e che vede indagate 10 persone.
Indice di asfissia riscontrata sulle due vittime
Tamara D’Acunto e Luigi Di Sarno, sono morte a causa delle gravi conseguenze di un’intossicazione da botulino. Entrambe le autopsie lasciano pochi dubbi. Gli esami autoptici sono stati svolti da un pool di esperti dell’Università Magna Grecia di Catanzaro e del centro nazionale di riferimento per il botulismo dell’Istituto superiore della sanità, a cui è stato conferito l’incarico dalla procura, sono state eseguite nel capoluogo calabrese per Tamara D’Acunto, e a Lagonegro, per Luigi di Sarno.
I medici hanno inoltre trovato tracce delle cime di rapa su cui saranno eseguiti ulteriori esami. Agli accertamenti hanno partecipato anche i consulenti nominati dalle parti, tra cui il medico Mirko Massimilla, in rappresentanza degli interessi di alcuni dei sanitari coinvolti nell’indagine.

