COSENZA – Dilagano a Cosenza e provincia (come in tutta Italia) le truffe telefoniche per estorcere soldi. La più in voga al momento, purtroppo, è quella del finto incidente e le vittime predilette dei truffatori sono persone anziane o facilmente adescabili.
La storia che vi raccontiamo è capitata ad una coppia di coniugi ottantenni residenti a Bisignano. “Sua figlia ha avuto un incidente, deve pagare subito 200 euro o le ritirano la patente”. A rispondere alla chiamata sul telefono di casa (linea fissa) è l’anziana donna. Dall’altro capo del telefono un uomo che si spaccia per un maresciallo del comando centrale della caserma dei carabinieri di Cosenza. La signora va nel panico e inizia a sentirsi poco bene per la notizia appena ricevuta. Prima di fare qualsiasi cosa, però, temporeggia e chiama la figlia che la rassicura di non aver avuto nessun incidente. Poi il passo indietro dei truffatori che fanno una seconda telefonata agli anziani coniugi: è sempre il presunto carabiniere che dichiara di avere sbagliato persona e si scusa per l’errore. Per fortuna una storia a lieto fine e una truffa che non è stata messa a segno, ma per molti malcapitati non è così.
l Modus operandi dei truffatori
Le forze dell’ordine hanno più volte lanciato diversi appelli per contrastare una tecnica ormai collaudata a danno dei cittadini. La persona anziana viene contattata telefonicamente sul telefono di casa (linea fissa) – da un uomo che si finge generalmente un maresciallo dei carabinieri. Il truffatore riferisce alla vittima che la persona a lei cara è rimasta coinvolta in un incidente stradale. Di fronte a questa comunicazione le anziane vittime spesso vengono colte da stato di agitazione e ansia per la sorte delle persone a loro care, ed è a questo punto che scatta la richiesta di denaro.
Arrivano anche a chiedere gioielli o il bancomat
Il truffatore, approfittando dello stato di panico in cui versa la vittima, riferisce che è necessario pagare una somma a titolo di spese legali o come cauzione, segnalando l’urgenza della consegna. A volte, nel caso in cui l’anziana vittima non abbia sufficiente denaro contante in casa si chiede, in alternativa, la consegna di gioielli e monili.
In alcuni episodi – hanno spiegato i carabinieri – è stata richiesta anche la tessera bancomat con il relativo codice. La fase finale della truffa vede l’arrivo a casa della vittima di una terza persona, che si presenta come collaboratore dello studio legale o dei carabinieri (sempre e soltanto in abiti civili), che si fa consegnare il denaro contante e/o i gioielli.
Durante la truffa – anche al termine della telefonata, in attesa dell’arrivo del collaboratore addetto al ritiro del denaro – il telefonista mantiene la linea telefonica fissa della vittima occupata, in modo da impedire alla stessa di allertare i familiari o le forze dell’ordine.
