CROTONE – Venti dipendenti pubblici in servizio presso il Centro A.R.S.A.C. di Crotone sono stati denunciati questa mattina dalla Guardia di Finanza con un’informazione di garanzia emessa dalla Procura della Repubblica. Le accuse contestate sono truffa aggravata continuata e falsa attestazione in servizio, per retribuzioni indebitamente percepite.
L’indagine, avviata nel novembre 2024, ha fatto emergere un sistema strutturato di timbrature multiple e scambio di badge tra colleghi, che simulava la presenza in sede anche durante uscite anticipate, ritardi o vere e proprie assenze. In alcuni casi, un solo dipendente ha effettuato fino a dodici timbrature consecutive per sostituire altri colleghi. Il risultato: retribuzioni indebite per circa 20.000 euro in soli 40 giorni di controllo.
Assenze per svolgere attività private
Le indagini hanno utilizzato servizi di sorveglianza, pedinamenti, videosorveglianza interna ed esterna, localizzatori GPS sui veicoli aziendali e analisi del traffico telefonico. È emerso che alcuni dipendenti non solo evitavano il servizio, ma svolgevano attività private parallele, soprattutto nel settore della ristorazione e delle costruzioni.
È stato inoltre disposto un sequestro preventivo urgente delle somme sottratte. La Procura ha segnalato il caso alla Corte dei Conti per un eventuale danno erariale e all’amministrazione Arsac per possibili provvedimenti disciplinari. Il comandante provinciale, col. Davide Masucci, ha sottolineato che l’operazione rientra in un più ampio piano di contrasto alla corruzione e al danno alle casse pubbliche.
La gestione dei badge aziendali
Non venivano custoditi sulla persona bensì conservati in un preciso posto all’interno
dell’ufficio, in modo da essere utilizzati all’occorrenza in assenza del reale utilizzatore. Al di sopra di ciascun badge era impresso il nominativo del dipendente interessato, al fine di scongiurare errori nelle “badgiate”. Le “strisciate”, comprovanti l’inizio e la fine del servizio, venivano effettuate in modo cumulativo da un dipendente, di volta in volta, incaricato sulla base degli accordi illeciti assunti in precedenza, attestando falsamente l’ingresso e/o l’uscita di tutti gli altri.
