COSENZA – «Anche quest’anno, purtroppo, segnaliamo situazioni che hanno dell’incredibile per quanti scelgono le nostre località turistiche sul Tirreno, quali mete per trascorrere le meritate ferie necessarie ad un recupero psico-fisico dopo un anno di lavoro. Da quanto risulta luglio si configura come un flop, sul Tirreno cosentino».
È quanto scrive in una nota il segretario dell’UGL di Cosenza Guglielmo Nucci, che fa il punto sul turismo che riguarda il Tirreno Cosentino e in particolare nel mese di luglio che ci siamo lasciati alle spalle, con le solite criticità. Nucci denuncia che ad un’atavica criticità nei trasporti e nei collegamenti, la superficiale gestione dei comuni del Tirreno Cosentino su servizi e nell’ambiente, combinato ad un aumento dei prezzi spropositato, e che non risparmia nessun settore, porta alla una fuga di turisti. «I prezzi della ristorazione – evidenza il segretario UGL di Cosenza – sono aumentati eccessivamente, nonostante i salari italiani siano i più bassi d’Europa, e il reddito pro capite in Calabria è tra i più bassi in Italia; fitti, non solo a nero ma soprattutto esosi e fuori controllo (e ciò ha comportato che circa il 50% di case e strutture siano rimaste sfitte). A questo si aggiunge il “caro lido” in cui mediamente un ombrellone con lettino costa 35€».
«Eppure il turismo – prosegue Nucci – dovrebbe essere il volano di benefici socio-economici per la Calabria, bagnata per il 10% del suo territorio dal mare. Ciò la rende una delle regioni italiane con maggiori varietà di paesaggi, tra spiagge sabbiose, scogliere, baie e colline. Tutti fattori che possono incidere sul potenziale aumento di reddito e ricchezza per aziende locali e residenti, grazie alle spese dei turisti in alloggi, ristorazione, trasporti, la creazione di posti di lavoro nei settori correlati, in particolare nei lidi balneari; e del miglioramento di infrastrutture locali e servizi pubblici, ne beneficerebbero sia i turisti che i residenti, nonché la promozione e l’immagine delle località».
Superficiale gestione dei Comuni nei servizi e ambiente
«Ovviamente, oltre ai problemi “atavici” (costi assurdi, scarsi collegamenti in orari e numero mezzi, sia su ruota che su ferro) vanno rimarcate le insufficienti attività proprie alle quali sono chiamati i Comuni nell’offrire servizi di qualità: il rispetto dell’ambiente, la carenza idrica con la fornitura solo in limitate ore giornaliere, valorizzare il patrimonio culturale, coinvolgere la comunità nella gestione ed accoglienza del visitatore. Ebbene, se non in “sparuti Comuni”, tutto ciò risulta alquanto vano: vuoi per carenza di infrastrutture, che non agevolano un flusso turistico di rilievo (in senso qualitativo), vuoi per la superficiale gestione dell’ambiente ad opera dei Comuni, relativamente ad inquinamento del mare, degrado urbano e mancanza di una minima attenzione sui servizi da fornire ai bagnanti quali docce, pulizia delle spiagge e passerelle per portatori di handicap».
Non bastano i buoni propositi e le rassicurazioni di Occhiuto
«Aspetti che, a distanza di anni, ancor oggi si ripresentano in particolar modo sulla costa tirrenica Bruzia. Non bastano i buoni propositi e le rassicurazioni del Presidente Occhiuto, con la messa in campo di tecnologie utili a limitare il fenomeno del mare inquinato e degli incendi boschivi (droni, sonde, mezzi aerei, battelli), grazie a fondi messi a disposizione dalla Regione, per intervenire sulla depurazione, per migliorare la qualità delle acque e affrontare il problema dell’inquinamento, potenziando i controlli coinvolgendo il personale di Sorical e Calabria Verde. L’esperienza insegna che urge un’interazione tra Istituzioni, con una concreta assunzione di responsabilità dei Comuni: Enti obbligati a verifiche di loro competenza (possono mobilitarsi esclusivamente per le solite sagre?),solo così si potrà evitare l’emorragia di presenze in costante aumento.
