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Ncp di via Popilia destinato a chiudere, Perri: “dati positivi, forse è un problema di indennità” (AUDIO)

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Qualcuno che probabilmente ‘non ci guadagna’ sta cercando di far chiudere un servizio che ha funzionato… dati alla mano. 

COSENZA – Ha svolto un ruolo importante nel corso della sperimentazione e nel periodo di proroga del servizio, ma sembra che il destino del Nucleo di Cure Primarie 1, che ha sede in via Popilia, sia segnato. Sarebbero infatti troppi i costi ‘vivi’ (15mila euro di costi fissi) per il mantenimento della struttura che a scadenza del 31 dicembre scorso era stato ‘mantenuto’ su decisione dell’ex commissario dell’Asp di Cosenza Filippelli. Ma manca il capitolo di spesa e il nuovo Direttore Generale Raffaele Mauro, pare non abbia i fondi necessari. Quello che appare abbastanza chiaro, è lo ‘stato confusionale’ che regna tra l’associazione dei medici, l’Asp e la Regione Calabria. E così i circa 20 professionisti che hanno messo in piedi il Centro hanno deciso che è meglio chiuderlo e sarebbero già state avviate le procedure di licenziamento di sei dipendenti.

Sull’argomento è intervenuto ai microfoni di Rlb Radioattiva, il professor Antonio Perri, Medico del Distretto sanitario Cosenza Savuto

ASCOLTA L’INTERVISTA
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I dati dei NCP

L’intento con il quale sono state aperte queste strutture, alla luce della chiusura di diversi ospedali nel territorio provinciale di Cosenza, era quello di far diminuire l’accesso ai pronto soccorso dei cosiddetti ‘codici bianchi’. E i dati in merito a questa sperimentazione sono tutt’altro che negativi. La diminuzione degli accessi al Pronto Soccorso dell’Annunziata è stata del 25% con una riduzione della spesa farmaceutica del 3,4% ed una riduzione delle liste d’attesa del 31,7% riconducibili alle visite specialistiche.

Quando le cose funzionano, non ci sono i soldi e il Dott. Perri ha sottolineato nel corso dell’intervista: “i dati sono apprezzabili e visibili; diversamente qualcuno ritiene sia stato speso troppo ma voglio ricordare che il finanziamento non è stato neanche speso tutto. C’è la volontà di continuare ma oggi paghiamo una stasi decisionale tra l’ente Regione e le categorie associative. Inoltre c’è un problema di indennità perchè c’è qualcuno che ci guadagna e qualcuno che ci perde“.

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