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Gas e trivelle nella sibaritide a ridosso del parco archeologico, protesta No Triv (AUDIO)

La multinazionale Appennine Spa intende sfruttare un giacimento abbandonato dall’Eni negli anni Ottanta.

 

CASSANO ALLO JONIO (CS) – Vogliono trivellare la terraferma per creare un tunnel sotterraneo che raggiunga i fondali marini. Il tutto per sfruttare un impianto abbandonato da oltre trenta anni. Il progetto della multinazionale Appennine Spa, del gruppo inglese Sound Oil, prevede l’estrazione nella sibaritide di 300 metri cubi al giorno di gas metano per circa quindici anni, al termine dei quali l’impianto verrebbe dismesso. Il tutto a soli 500 metri dalla foce del fiume Crati, tra il parco archeologico e i laghi di Sibari. Un’iniziativa imprenditoriale che ha sollevato lo scetticismo dei residenti che ieri pomeriggio si sono dati appuntamento nel punto esatto in cui l’Appennine intende iniziare a trivellare. Un presidio di protesta nei pressi dei Laghi di Sibari molto partecipato. I manifestanti preoccupati dalle possibili contaminazioni delle falde acquifere che potrebbe causare il tunnel e dei terremoti che potrebbero essere sollecitati dalle trivellazioni hanno con forza ribadito la propria contrarietà al progetto che pare sia già in fase esecutiva. Non intendono assecondare la richiesta di Appennine che vuole allestire un pozzo orizzontale che partendo dalla terraferma dovrebbe raggiungere il giacimento di gas abbandonato dall’Eni a tre chilometri dalla costa, arginando il divieto di ricerca e trivellazione al di sotto delle 12 miglia.

 

 

Una battaglia ad ampio raggio in quanto non sarebbe l’unica istanza di ricerca nella zona della sibaritide. Ve ne sono altre quattro lungo la fascia costiera dal confine con la Basilicata fino a Rossano per oltre 500 chilometri quadrati di terreno interessato. “Quello che si prospetta è una nuova Basilicata, ampiamente avvelenata e sfruttata dove oltre il 50% delle aziende agricole hanno chiuso i battenti. Nessuna prospettiva di sviluppo con gli idrocarburi, – sostengono gli ambientalisti – che arricchiscono solo le multinazionali. I rischi per l’economia uniti a quelli per l’ambiente e la salute ci vedono quindi compatti nel dire ‘No’ con esponenti del movimento No-triv nazionale e locale, con i sindacati e con le associazioni”. Al presidio ha partecipato anche Ferdinando Laghi, vicepresidente Di ISDE-Italia Medici per l’Ambiente. Intanto il deputato del M5S Paolo Parentela che ha sollecitato la Regione Calabria a rispondere circa lo status attuale delle quattro richieste di ricerca di idrocarburi nella sibaritide, fa notare che sembrerebbe non vi sia negli uffici competenti copia degli atti e della documentazione relativa ai progetti.

 

Flavio Stasi del Comitato No Triv di Rossano, è intervenuto in merito ai microfoni di Rlb Radioattiva

ASCOLTA L’INTERVISTA
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