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Tolmezzo, oggi si inaugura il tribunale soppresso

TOLMEZZO – Alle 17 di oggi il sindaco del Comune di Tolmezzo inaugurerà il Palazzo di Giustizia del ridente capoluogo carnico, destinato a ospitare, dopo una robusta ristrutturazione e un accurato maquillage, il Tribunale, la Procura, il Giudice di pace, ovvero l’intero polo giudiziario dell’area regionale.

In perfetta sintonia con il cerimoniale il sindaco taglierà il nastro tricolore, dopodiché cittadini, imprese, utenti, professionisti, ingegneri, magistrati, avvocati, per citarne solamente alcuni pochi, potranno fruire di questa funzionale e moderna struttura, per la quale l’Erario ha investito la risibile somma di 4 milioni di euro. Al taglio del nastro è stato invitato anche il Ministro della Giustizia che non ha ritenuto, però, di accettare il cortese invito. Non è, infatti, arrivata da via Arenula alcuna risposta, ma in compenso la Questura sta monitorando l’evento, temendo che possa in qualche modo turbare l’ordine pubblico. In più, il primo cittadino ha pubblicamente dichiarato che si munirà oltre che della classica forbice anche di ago e filo: intende ricucire il nastro!!! Molti si chiederanno le ragioni di tante stranezze, ma gli addetti ai lavori le conoscono bene: il Governo ha già soppresso il Tribunale! Il 7 settembre scorso, infatti, il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto con il quale 31 tribunali e altrettante Procure della Repubblica scompariranno dal nostro Paese, Tolmezzo compreso! Un record: 10 giorni prima della inaugurazione, il Tribunale è già soppresso. Un aborto!. Sulla delicata questione interviene l’avvocato Salvatore Walter Pompeo, presidente del Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori. «Questo di Tolmezzo – dice – è un attentato alle regole della democrazia e della giustizia». Il legale spiega i disagi che verraano creati dal pianeta giustizia e che aggreveranno lo stato di salute del pianeta giustizia. E lo fa, punto per punto. Eccoli nel dettaglio. «Il primo è quello che riguarda in genere tutti i piccoli presidi giudizi giudiziari, quasi sempre subprovinciali, ma in ogni caso sempre in linea con gli standard di produttività pretesi dall’Europa, sempre pronti a fornire agli utenti, cittadini e imprese, una Giustizia ” a portata di mano “. Il secondo, generato dal primo, risiede nella circostanza che lo Stato è ” tenuto ” a rendere servizi, soprattutto se essenziali, anche in favore delle piccole comunità, composte di Italiani non molto diversi da quelli delle metropoli. Il terzo, ulteriore specificazione, a maggior ragione quando si tratta di comunità montane, colpevoli di volere a ogni costo, anche affrontando immense avversità ambientali, vivere la propria Terra e mantenere la propria forte identità culturale e storica. Tant’è che un certo articolo della Costituzione, il 44, le tutela in maniera assai incisiva. Il quarto, ulteriore specificazione del precedente, sorge dalla concreta osservazione della realtà carnica e tolmezzina, ben 44 Comuni montani, i cui Italiani già adesso penano per raggiungere il loro capoluogo, ma che ove, dovessero arrivare fino a Udine per avere un amministratore di sostegno o vedere condannare il delinquente che li ha rapinati od ottenere un’ingiunzione di pagamento, vedrebbero aumentare a dismisura, fino a 5 volte (! ) distanze, costi e tempi. Un cittadino di Sauris che debba ricorrere ai trasporti pubblici impiegherà 2 ore e 50 minuti per vedere il suo Giudice e dovrà pernottare 2 notti fuori di casa per fruire di un servizio in Tribunale o rendere una deposizione! Con buona pace della Giustizia di prossimità! Anziché il Giudice a portata di mano, avrà il Giudice a portata di… aereo! Il quinto, ulteriore specificazione, risiede nella circostanza che la Carnia è regione di confine e il circondario di Tolmezzo, confinando con Austria e Slovenia e registrando ben sette valichi, è una delle porte d’Italia, posta a baluardo dell’intero Paese. Tant’è che anche in Austria hanno protestato per la paventata soppressione ( sic ). Il sesto, meglio aderente all’odierna circostanza, sta nella assoluta inconiugabilità della soppressione con l’obiettivo asseritamente perseguito dalla improvvida manovra governativa, il risparmio economico. Posto che – prosegue il legale nella sua analisi – il recupero e la funzionalizzazione dell’edificio e della struttura edilizia hanno importato una spesa di circa 4 milioni di euro e che un organismo edilizio programmato per ospitare uffici giudiziari non può essere tout court adibito a scuola o a centro sociale, il Governo si è forse chiesto come potrà essere utilizzato? quali costi comporterà una indispensabile riconversione? come sarà possibile reperire le risorse necessarie al nuovo investimento? quando verranno reperite? quale degrado subirà la struttura da oggi ad allora? Il settimo, analogo al precedente, si rinviene nei certi maggiori costi che dovrà affrontare l’Erario per i trasferimenti di persone ( agenti di polizia, testimoni, consulenti tecnici di uffici, detenuti, fascicoli, corpi di reato, atti processuali, verbali et cetera ) da ogni località del circondario fino a Udine. Dati ufficiali e inconfutabili alla mano, il costo generato dalle sole trasferte al tribunale accorpante è stato stimato in 410.196,00 euro annui, pari al 241 % dei costi oggi affrontati per il mantenimento della struttura. Con buona pace dell’obiettivo del risparmio economico! L’ottavo, analogo, nei certi maggiori costi che l’utenza dovrà sostenere per raggiungere il proprio Giudice naturale. In conclusione, è davvero un “affare” sopprimere un Tribunale dopo che vi si sono stati investiti milioni di euro? non è forse estremamente grave buttare alle ortiche una così ingente somma di denaro? non è paradossale investire tante risorse per potenziare una struttura nella quale, all’evidenza, si crede e poi cancellarla? non è surreale tutto questo?No, – prosegue Salvatore Walter Pompeo – non lo è, è piuttosto quello ciò che accade in un Paese, il nostro, in cui la classe politica alla è piuttosto quello ciò che accade in un Paese, il nostro, in cui la classe politica alla quale abbiamo affidato i nostri destini ha messo in ginocchio l’Italia per poi affidarli a un Governo di tecnici che pretende di risollevarli falciando indiscriminatamente tutto ciò che è piccolo, soffocando di balzelli di ogni tipo imprese e cittadini, sopprimendo anche i servizi essenziali o rendendoli, comunque, … inservibili. Questo quel che accade in Italia. Adesso, dopo il Tribunale mai nato, quello di Giugliano, avremo anche il Tribunale a scomparsa, quello di Tolmezzo. La Giustizia, – conclude amaramente il presidente del Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minoriin Italia – è davvero una chimera».

 

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