COSENZA – La città di Cosenza, ritorna prepotentemente a candidarsi sempre più come capitale della cultura. Lo fa, ospitando nella sede del Museo dei Bretti e degli Enotri, con la collaborazione di Giovanni Intra Sidola, il ribelle e contraddittorio Vittorio Sgarbi, chiamato ad inaugurare la mostra «Il Divino nell’arte contemporanea».La mostra aprirà i battenti il 27 settembre. 
Nel corso della mostra, Vittorio Sgarbi presenterà gli artisti in mostra attraverso il suo libro «L’ombra del Divino nell’arte contemporanea». Con quest’iniziativa – si legge in una nota degli organizzatori – si vuole «continuare il percorso iniziato con la mostra «Da Picasso a Warhol, opere dalla collezione Bilotti» (2005), che ha portato a Cosenza i massimi esponenti internazionali dell’arte del XX secolo, nella stessa sede, viene presentata la mostra di artisti che hanno aperto il XXI secolo facendo rivivere, con la loro arte, antiche basiliche ricostruite dopo devastanti terremoti.Recentemente la Fondazione Roma (a L’Aquila) e la Fondazione Mediterraneo (a Noto), protagoniste dell’attuale mecenatismo nazionale, hanno rilanciato il grande tema della committenza religiosa nei luoghi di culto con giovani artisti, di straordinaria capacità tecnica ed interpretativa, che oggi espongono a Cosenza. Essi hanno dovuto rapportarsi con una complessa totalità composta da architettura, religione e storia, facendo combaciare tutti questi aspetti. In alcuni casi hanno avuto libertà d’invenzione, in altri, una committenza fortemente pilotata. Questi artisti hanno saputo restituire equilibrio spirituale agli antichi luoghi di culto riattualizzandone la memoria, si sono saputi inserire in una storia interpretandola e continuandola. Per la ricostruita Cattedrale di Noto, gli interventi di pittura sono stati affidati a Roberto Ferri (Via Crucis) e Francesco Mori (vetrate); gli interventi di scultura a Giuseppe Ducrot (altare e ambone). Ducrot ha anche realizzato la monumentale statua di S. Benedetto per la ricostruita abbazia di Montecassino, la statua di S. Annibale per la basilica di San Pietro in Vaticano e il S. Giovanni Battista in S. Maria degli Angeli. La prima chiesa recuperata del centro storico de L’Aquila è San Giuseppe (attualmente sostituisce la vicina cattedrale per le funzioni liturgiche) dove sono state appena collocate le pale d’altare di Giovanni Gasparro.Cosenza ha riscoperto la committenza religiosa contemporanea con la cattedra vescovile di Maurizio Orrico (2011) nell’abside del Duomo recentemente restaurata. Già nel Novecento alcuni artisti presenti a Cosenza nel MAB, come Manzù e Greco, avevano realizzato importanti committenze di tema sacro come, rispettivamente, la Porta della Morte e il monumento a Giovanni XXIII nella Basilica di San Pietro in Vaticano (1964), e le porte della Cattedrale di Orvieto (1964)».
Sull’argomento del Divino come fonte di ispirazione per l’arte contemporanea si interroga anche Vittorio Sgarbi nel suo nuovo libro: in che modo gli artisti contemporanei percepiscono il rapporto con il Divino? Da dove nasce la difficoltà di rappresentare oggi i temi della Cristianità, che per secoli sono stati la prima fonte di ispirazione artistica? Vittorio Sgarbi indaga con occhio critico alcune prove realizzate da architetti, pittori e scultori, mettendone in luce limiti e slanci per scoprire che “L’ombra del Divino” è la condizione in cui gli artisti si muovono quando si confrontano con il Sacro. La decorazione per la Cattedrale di Noto, ricostruita dopo il crollo del 1996, ha rappresentato l’occasione per tornare a parlare di arte sacra in un’epoca che sembra aver rinunciato al cielo. Ricordando la condizione privilegiata dell’artista, l’autore suggerisce la strada per ripensare al Divino come impulso vitale per l’arte contemporanea, punto di partenza e suo compimento. «Espongono – riprede la nota sull’inziativa – in mostra tre artisti cosentini: oltre a Maurizio Orrico, anche Adele Ceraudo (di cui Sgarbi pubblica due opere nel suo libro) e Niccolò De Napoli, che hanno partecipato all’ultima edizione della Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi.La mostra e la presentazione del libro sono state pensate insieme per dare visibilità a un fenomeno crescente nel panorama dell’arte contemporanea in Italia, quello di un numero sempre maggiore di artisti di qualità che praticano un’arte figurativa aperta alle istanze umanistiche e del Sacro. Per questo motivo, agli artisti che hanno partecipato alla ricostruzione della cattedrale di Noto e alla chiesa di san Giuseppe a L’Aquila, sono stati affiancati artisti che hanno partecipato alle ultime edizioni della Biennale di Venezia e alcuni vincitori (Andrea Mariconti – 1° premio e Riccardo Ajossa – 2° ex aequo) e finalisti (Marco Intra Sidola e Arrigo Musti), premiati al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York, del Concorso Mondiale di Arte Contemporanea indetto dalla Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani sul tema della vulnerabilità umana, che ha avuto come curatore per l’Italia Giovanni Intra Sidola e ha contato fra i membri della giuria internazionale Fabio De Chirico, Soprintendente per i Beni Storici, artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria, con l’interim della Calabria, e Roberto Bilotti, membro del Gruppo di Lavoro del MiBAC per lo sviluppo di progetti culturali, componente del Comitato Scientifico del Museo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese e socio onorario della Fondazione Sgarbi.

