Dopo Enzo Jannacci e Franco Califano la canzone italiana perde un altro cavallo di razza: Little Tony, morto dopo una lunga malattia.
I primi palcoscenici sui quali presentò al pubblico il ciuffo sbarazzino furono quelli dei ristoranti dei Castelli romani. E poi, via via, quelli dei locali, delle balere e dei teatri d’avanspettacolo del Lazio.
Ma la svolta arrivò nel 1958 al teatro Smeraldo di Milano, dove fu notato da un impresario inglese, Jack Good, che lo convinse a partire con i suoi fratelli per l’Inghilterra.
Ed è lì che nacque il mito di Little Tony. Incise numerosi singoli, come Lucille, Johnny b.good, Shake rattle and roll.
Rientrato in Italia, nel 1961 Little Tony partecipò al Festival di Sanremo in coppia con Adriano Celentano. Si classificarono al secondo posto con la canzone 24 mila baci. Nel 1962 partecipò al Cantagiro 1962 con il brano So che mi ami ancora, che però non ebbe successo; andò meglio l’anno dopo quando ottenne il secondo posto con Se insieme ad un altro ti vedrò e incise con gran successo T’amo e t’amerò.
L’anno dopo tornò a Sanremo con Quando vedrai la mia ragazza e nell’estate ottenne un buon successo con Non aspetto nessuno, portata al Cantagiro.
Ma gli anni d’oro iniziano nel 1966 quando Little Tony portò al Cantagiro Riderà. La canzone non vince la manifestazione, ma furono vendute oltre un milione di copie. Nel 1967 portò a Sanremo Cuore matto, arrivando primo in classifica.
Insieme a Bobby Solo e Rosanna Fratello, formò il supergruppo Ro.Bo.T. (dalle loro iniziali). Nel 1981 incise Profumo di mare, sigla di una fortunatissima serie televisiva Love Boat.
Nel 2000 e 2001 condusse su Canale 5 il varietà musicale I ragazzi irresistibili, insieme a Maurizio Vandelli, Rita Pavone e Adriano Pappalardo. Nell’aprile del 2006 fu colpito da un infarto, dal quale poi si ristabilì, durante un concerto a Ottawa, organizzato per la comunità italo-canadese.
