Il Movimento 5 Stelle di Cosenza dopo gli arresti di Rende: “Il Partito democratico cosentino deve augurarsi che Alfano fissi al più presto la data del voto”.
COSENZA – “Ogni giorno arrestano qualcuno del Pd”. È quanto evidenzia in una nota il Movimento 5 Stelle di Cosenza dopo l’operazione che ha portato Sandro Principe e altri esponenti politici agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata per avere favorito la ‘ndrangheta. “Esponenti di quel Pd – continua il M5S – che direttamente o per interposta accozzaglia di liste sostiene la candidatura a sindaco di Lucio Presta. Noi le persone indagate o anche semplicemente sospettate per quei reati le espelliamo subito. Con il M5S si candida solo chi ha la fedina penale immacolata, gli onesti; per questo di noi i cittadini si possono fidare. Che farà ora il Pd , il cui Presidente della Regione è stato eletto e governa anche grazie ai voti di chi oggi è accusato di voto di scambio, corruzione e concorso in associazione mafiosa? Ci verrebbe quasi da dire – conclude la nota – scherzando, per ridere e non piangere, che il Pd cosentino deve augurarsi che Alfano fissi al più presto la data del voto perché se continua con questo andazzo non rimarrà nessuno di loro a piede libero ed allora altro che 16 liste”.
Miceli (M5S): “Comune di Rende si costituisca parte civile al processo”
Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere comunale del M5S, Domenico Miceli. “L’inchiesta che ha terremotato il Pd rendese – afferma – costringe tutti noi a profonde riflessioni di natura democratica. Dalle indagini della Dda sembra emergere un sistema ben congegnato atto alla creazione di voti e consensi elettorali. Un sistema che, se accertato, pone il cittadino in posizione di subalternità rispetto al politico-datore di lavoro in combutta con le ’ndrine locali. La giustizia ora dovrà chiarire tutti quegli interrogativi che feriscono al cuore l’Area urbana cosentina e un’intera città, attraverso l’accertamento dei reati a carico degli arrestati. Nessun dubbio dovrà essere lasciato al caso e per questo confidiamo nel lavoro degli inquirenti. Ma anche la politica dovrà fare le sue mosse di legalità e di dignità, in questa scacchiera che vede contrapposti Stato e anti-Stato: chiediamo al sindaco di Manna e alla sua maggioranza di provvedere a formare una commissione speciale sulla Rende Servizi, società in house del Comune citata più volte nel provvedimento firmato dalla Dda di Catanzaro.
Alla luce dell’inchiesta della Dda di Catanzaro, Domenico Miceli, è intervenuto ai microfoni di Rlb Radioattiva per chiedere non solo che il Comune si costituisca parte civile al processo ma anche ai rappresentanti del Pd di Rende di fare un passo indietro.
ASCOLTA L’INTERVISTA
[audio_mp3 url=”http://www.quicosenza.it/news/wp-content/uploads/2016/03/Domenico-Miceli-su-arresto-Principe.mp3″]
Proponiamo, altresì, la costituzione di parte civile del Comune nel caso in cui si dovesse arrivare ad un processo. Dalla stampa apprendiamo che nell’inchiesta è finita anche l’ultima campagna elettorale del 2014 per le Comunali. Chiediamo perciò un gesto di estrema onestà agli eletti del Pd rendese: tutti i consiglieri, a partire dal capogruppo in Consiglio, dovrebbero fare un passo indietro e dimettersi. Come Movimento 5 Stelle – conclude Miceli – non ci stancheremo mai di portare avanti concetti di legalità, giustizia e trasparenza nella pubblica amministrazione e continueremo a contrastare a tutti livelli il malaffare e l’arroganza del potere”.

