I caschi e manganelli con i quali i ‘rossi’ si sarebbero presentati in piazza in realtà non c’erano.
COSENZA – Gli attivisti della Cosenza antifascista non erano armati. Nessuno di loro aveva con sé i caschi e i manganelli di cui hanno denunciato la presenta i militanti del movimento Sovranità – Prima gli italiani. Durante i tafferugli avvenuti ieri mattina in centro città ad avere la peggio è stato un attivista dei centri sociali che dopo essere stato colpito ha riportato una grave lesione alla mascella per la quale potrebbe nelle prossime ore essere sottoposto ad intervento chirurgico. Durante gli scontri pare che la polizia presente sul posto non sia intervenuta tempestivamente, ma solo in un secondo momento dopo che i due gruppi avevano iniziato ad azzuffarsi da diversi minuti. “Con i loro slogan di morte, – scrivono in una nota gli antifascisti cosentini – i saluti romani e le provocazioni contro i tantissimi migranti che in questi giorni passano per la nostra città, volevano rovinare il meraviglioso clima di accoglienza che regna nella fiera di San Giuseppe. Conosciamo bene il vero volto del signor Gianturco e del fantomatico movimento “Sovranità”.
Sappiamo bene che cosa rappresenti il gruppo politico di cui è leader a Lamezia: Casa Pound. Si ergono a difensori degli ospedali pubblici, ma sono i diretti continuatori dei responsabili dei campi di concentramento dove milioni di esseri umani furono ridotti a cavie; sostengono di voler tutelare gli interessi degli italiani ma loro gli italiani li hanno mandati al macello nella guerra di sterminio, 70 anni fa. In una parola: sono fascisti. Diverse volte, negli ultimi anni, abbiamo visto questi personaggi tentare di sfilare impunemente nella nostra città, approfittando dell’ignoranza e della mancanza di memoria che purtroppo attanagliano il nostro tempo. Cosenza li ha sempre respinti. Negli ultimi mesi, questi soggetti si sono resi protagonisti di aggressioni ai danni di migranti e studenti, piccole e grandi provocazioni contro le associazioni che tra Cosenza e il resto dell’area urbana si battono per i diritti sociali e a difesa dell’ambiente.
Gianturco ha approfittato del malcontento diffuso che regna in territori come quello lametino. Così è riuscito a passare inosservato, ha ottenuto il consenso di molte persone disperate e addirittura il riconoscimento di soggetti istituzionali che, oggi come 70 anni fa, fingono di ignorare la pericolosità dei movimenti xenofobi e apertamente razzisti. Ieri si è presentato a Cosenza con la macchina del comune di Lamezia Terme, pagata a spese dei contribuenti, scortato dal solito manipolo di picchiatori. I fascisti di “Sovranità”, alleati di Salvini e della sua campagna di odio contro i più deboli, cercano di diffondere anche qui le solite parole d’ordine populistiche. A Cosenza troveranno sempre un muro. Non vogliamo più nella nostra città organizzazioni neofasciste e neonaziste”.

