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Pescara,maxi frode fiscale : sequestrati beni per 39 mln

ROMA – Sono 47 gli imprenditori e i professionisti di tutta Italia denunciati dalla Guardia di Finanza di Pescara per una maxi frode fiscale internazionale attuata mediante società fittizie e trust con sede nel paradiso fiscale di Madeira. Al centro della frode un noto tributarista pescarese, autore di pubblicazioni su riviste

specializzate, che gestiva la creazione e le false fatturazioni con le oltre 30 aziende di comodo. Inchiodato grazie alle migliaia di e-mail recuperate dai finanzieri non solo presso il suo studio ma anche nelle memorie informatiche dei computer sequestrati presso le aziende italiane, dovrà rispondere degli oltre 5 milioni di compensi illeciti percepiti a fronte di modeste dichiarazioni dei redditi. Al termine delle indagini è stato possibile sottoporre a sequestro, per un controvalore complessivo pari a 36 milioni di euro, una serie di disponibilità liquide, titoli, conti correnti, appartamenti, magazzini e complessi aziendali. Tra gli indagati figurano nomi noti a livello nazionale operanti nei più disparati settori, tra cui quello alimentare, lo sport e persino nel settore pornografico e dei così detti club privè. Nella sua duplice veste, il fiscalista dapprima facilitava la costituzione di fantomatiche società estere nell’isola a fiscalità agevolata (guarda caso, tutte aventi sede nel medesimo indirizzo portoghese) e, successivamente, agli stessi imprenditori italiani, effettivi titolari delle imprese “estere”, suggeriva di fatturare inesistenti operazioni commerciali con il fine di ridurre il proprio carico fiscale in Italia. Ovviamente il sistema era vantaggioso per tutti e agli imprenditori evasori non “pesava più di tanto”, viste le somme sottratte al fisco italiano, dover riconoscere al professionista sostanziose percentuali stabilite in ragione degli importi delle false operazioni.Cinque milioni di euro è l’importo del sequestro disposto nei confronti del tributarista: anch’egli titolare di una società esterovestita ove allocava i proventi esteri “da consulenza”, presentava modeste dichiarazioni dei redditi in cui contabilizzava persino costi strettamente personali risultati evidentemente non deducibili. Le varie operazioni avvenivano anche attraverso un ulteriore meccanismo fraudolento articolato principalmente attraverso la costituzione in Madeira di Trust che, a seguito dell’indagine, sono risultati tutti simulati o fittizi (c.d. Sham-trust). Tale strumento giuridico era finalizzato alla dissimulazione di attività patrimoniali e all’occultamento/trasferimento all’estero di proventi di dubbia provenienza. Oltre una settantina le Fiamme Gialle impiegate nelle operazioni di sequestro con la denuncia di 47 imprenditori che dovranno rispondere di frode fiscale mediante fatturazione per operazioni inesistenti e presentazione di dichiarazioni infedeli con la riconosciuta aggravante del reato transnazionale. L’operazione si è avvalsa dei rinnovati strumenti legislativi in materia di frodi fiscali introdotti dalla “legge finanziaria 2008” che estende ai reati fiscali, la “confisca per equivalente”, sul profitto del reato e, cioè, l’imposta evasa ed illecitamente “risparmiata” perché non versata nelle casse dello Stato. Tale particolare norma permette di congelare i beni degli evasori e scongiurare che gli stessi possano essere ceduti in danno del futuro risarcimento dell’erario.   (ilVelino/AGV)

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