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Incendiata l’auto dei familiari del giovane ucciso a via Popilia

Il presunto assassino avrebbe sparato in segno di protesta per non avere ricevuto soldi dalla cosca Rango-Abbruzzese.

COSENZA – Atto di verosimile natura intimidatoria ai danni della famiglia Taranto. Ignoti hanno dato alle fiamme, nella notte tra sabato e domenica scorsi, l’auto dei parenti di Antonio Taranto, il giovane di 26 anni ucciso nella notte tra il 28 e il 29 Marzo scorsi, nel quartiere di via Popilia, a Cosenza. L’auto era utilizzata dai fratelli del giovane ucciso. Il veicolo, al momento dell’attentato, era parcheggiato sotto la casa dei familiari di Taranto. Il presunto assassino del giovane, che sarebbe stato ucciso per un errore, era stato individuato, nel dicembre scorso, in Domenico Mignolo, 28enne, ritenuto dagli inquirenti contiguo alla cosca Rango-Abbruzzese. All’arresto si è giunti grazie ad intercettazioni e all’acquisizione di informazioni, rilasciate anche da collaboratori di giustizia. Mignolo avrebbe ucciso Taranto sparando dal balcone della sua abitazione, nel quartiere di via Popilia. Il ventottenne avrebbe scaricato la sua ira sparando per protestare in quanto la cosca, durante un suo precedente periodo di detenzione, non gli aveva pagato lo “stipendio”. Quella notte, gli animi si erano già riscaldati qualche ora prima, a seguito di una lite avvenuta in una discoteca. L’uomo, infatti, mentre era affacciato al balcone, alla vista di quello che riteneva il responsabile del mancato pagamento, avrebbe sparato con una calibro 38, colpendo pero’ la persona sbagliata.

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