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Sequestri ex Legnochimica, si attendono i rilievi dell’Arpacal sulle falde acquifere

Vertice in Procura ieri per discutere dei prossimi passi da muovere per la messa in sicurezza di Contrada Lecco.

 

COSENZA – Un unico indagato, per ora, dovrà rispondere della mancata bonifica dell’area contaminata dai rifiuti industriali dell’ex Legnochimica. Al nome di Pasquale Bilotta, liquidatore dell’azienda di Cuneo ormai fallita non si esclude possano essere aggiunti nel registro degli indagati altri presunti corresponsabili del disastro ambientale consumatosi a Rende. L’entità dei danni è ancora tutta da verificare. Si attende infatti l’esito dei rilievi dell’Arpacal effettuati sui 15 pozzi sequestrati e sulla rete idrica per valutare i dati sulla presenza di metalli pesanti nelle falde acquifere d’Oltrecampagnano. Ieri in Procura, i quattro magistrati che indagano sul caso Dario Granieri, Marisa Manzini, Antonio Tridico e Domenico Assumma si sono riuniti per fare il punto sullo stato dell’arte del procedimento. Le priorità individuate sono quelle di definire l’esatta entità dell’inquinamento provocato dalle vasche di tannino abbandonate e il piano di bonifica da attuare. Intanto affinché possano essere svolti ulteriori approfondimenti da parte dei periti, che la procura deve ancora nominare, bisognerà attendere la consegna delle analisi su cui l’Arpacal sta lavorando. L’obbligo della bonifica spetterà all’azienda o, eventualmente, al Comune di Rende anche se dall’incontro tra Manna e Oliverio pare sia emersa la disponibilità della Regione a contribuire al disinquinamento e alla messa in sicurezza dell’area su cui insisteva l’ex Legnochimica oggi occupata anche dagli stabilimenti di Calabra Maceri e Silva Team.

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