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“Upupa” di Antonio Orfanò

COSENZA “Upupa – My dream is my rebel king” (Il mio sogno e’ il mio re ribelle), lo spettacolo che andra’ in scena al Teatro “Rendano”

di Cosenza sabato 26 gennaio (ore 20,30) e domenica 27 gennaio (ore 18,00) per la stagione di prosa diretta da Isabel Russinova, ne ha tratto spunto per una nuova rilettura che ha visto il suo debutto in prima nazionale a Taormina Arte per poi essere rappresentata a Torino, per le Olimpiadi della cultura di Luca Ronconi, ed anche a Siracusa, Atene, Bruxelles e Parigi.

La fonte di ispirazione e’ la commedia “Gli uccelli” di Aristofane, testo eternamente attuale, nonostante sia stata rappresentata per la prima volta nel 414 a.c. Antonio Orfano’.

“E’ estremamente interessante – sottolinea il direttore artistico del “Rendano” Isabel Russinova – l’atmosfera particolare di questo lavoro teatrale che risente della contaminazione di piu’ linguaggi, restituendo uno spettacolo molto vicino al mondo fantastico. Aristofane d’altra parte si presta molto a questa lettura, cosi’ da affascinare anche un pubblico piu’ giovane”. La vicenda narra di due vecchi ateniesi, Pistetero ed Evelpide, che, stanchi e disgustati della loro patria (dove imperversano delatori e maniaci dei processi), decidono di emigrare. Guidati da una cornacchia e da un corvo, raggiungono Tereo, un uomo trasformato dagli de’i in upupa, e gli manifestano la loro intenzione di stabilirsi in un luogo dove poter vivere tranquilli.

Anzi, Pistetero lancia a Upupa una proposta: fondare una citta’ nell’aria, la cui particolare collocazione, tra cielo e terra, permettera’ agli uccelli di comandare sugli uomini e diventare addirittura piu’ potenti degli dei. La regia e la sceneggiatura di Orfano’ tracciano il percorso dell’uomo, dalla ricerca di liberta’ alla distruzione del sogno di un mondo ideale, Upupa appunto, che i protagonisti raggiungono a fatica. La distruzione di questo sogno e’ causata dal forte desiderio di potere, un potere ingannatore che si intrufola nel mondo “puro” e priva gli uomini dei propri sogni. La critica che ha gia’ recensito lo spettacolo di Antonio Orfano’ (produzione della compagnia “La Chapliniana” di Roma in collaborazione con “Taormina Arte”) ne ha parlato come di “una parabola sulla fragilita’ dell’uomo con le sue debolezze. Una leggenda moderna su temi antichi dove comunque trionfa la fantasia”. Secondo il regista Antonio Orfano’ “Upupa e’ una metafora senza tempo, il simbolo della speranza di un mondo piu’ bello, piu’ armonioso. L’intreccio di stili e di miti e’ tale da disarmare qualsiasi spettatore, che sara’ chiamato a sognare e riflettere”.

 “Lo smarrimento, la confusione, l’incertezza, la violenza degli eventi – spiega ancora Orfano’ – sollecitano la fuga e la ricerca, rimettendosi cosi’ all’immaginifico quale misterioso, ineluttabile e insopprimibile valore di vita: l’uomo, quindi, spiega le ali evadendo da una realta’ limitata, dissacrata e mortificata, pensando a un “mondo ideale” come giusto e legittimo corrispettivo: questo luogo utopico e’ “UPUPA” dove il mondo degli uomini e’ visto dall’alto e con distacco. In questo mondo ideale immagina di trovarsi, in una sequenza onirica, Pistetero per il quale “Upupa” e’ il rifugio, la speranza e il sogno dell’uomo e di ogni giovane in particolare. Nel sogno tutto e’ perfetto, persino la malvagita’ del “Potere” e’ gentile: infatti, il “Potere” ingannatore s’intrufola nella nuova citta’ e, servendosi dei propri poteri, abbaglia, avvince e priva Pistetero del proprio sogno. Risvegliatasi l’antica coscienza che lo aveva portato ad “Upupa”, Pistetero si avvede della distruzione del proprio “sogno”. Ed e’ qui – spiega ancora Antonio Orfano’ – che si entra nella seconda fase del dramma: la ribellione. Infatti Pistetero sciorina e brandisce la propria esplosiva e dignitosa ribellione: “Il mio sogno e’ il mio re ribelle” come creatura vivente nel miracolo di una nevrotica e scalpitante “fantasia-certezza” in cui si concretizza una funzione di immagini e finzioni. Alla fine l’uomo, con la sua capacita’ di creativita’ e fantasia e il suo desiderio eterno e ineluttabile di sognare devono prevalere e sovrastare il reale.” Al “Rendano” di Cosenza reciteranno, insieme ad Antonio Orfano’, anche Lorenza Caroleo, Andrea Niccolini, Francesco Maltese, Giuseppe Mortelliti, Alberto Calligaris, Giulio Fazio, Ilenia Dagostino ed Elisa Angelucci. Biglietti in vendita sia al botteghino del teatro che all’agenzia Inprimafila di Viale degli Alimena.

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