RENDE – “Vorrei che lo legessimo tutti insieme questo fascicolo giudiziario”, spiega sarcasticamente il sindaco di Rende, Marcello Manna, nuovamente sospeso a seguito delle seconda vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto lui ed altri amministratori, impiegati pubblici, imprenditori e professionisti del Comune di Rende. “Mi sembra che sia stato costruito con una enfatizzazione eccessiva, – continua ancora Manna – questo fascicolo che parla di una situazione ormai compromessa per quanto riguarda l’attuale amministrazione, quando su 70 capi d’imputazione, 62 sono stati rigettati e 8 sono stati accolti parzialmente.
“La prima inchiesta giudiziaria, – spiega sempre Manna, – con questa seconda, provengono sempre dallo stesso organo giudiziario, ossia sono sempre le intercettazioni disposte dalla Procura della Repubblica di Cosenza che sono state trasmesse alla Dda di Catanzaro sul presunto reato di scambio elettorale e annuncia che a breve convocherà una conferenza stampa troncando tutte le voci su una sua eventuale dimissione”.
Manna è sempre più convinto che “ci sia una chiara volontà politica dietro a queste vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto e parla di gogna mediatica, riferendosi a qualche organo di informazione che fa il “maggiordomo delle Procure e soprattutto lo spacciatore di veline, utilizzando delle intercettazioni che non sono servite né per il reato penale e né soprattutto per quello amministrativo, ma vengono comunque utilizzate”.
