RENDE (CS) – Si torna a parlare di città unica. Per il Sindaco di Rende Marcello Manna “bisogna guardare in prospettiva e parlare di un progetto a lungo termine in cui è necessaria la partecipazione attiva da parte dei cittadini e della società civile, oltre che delle forze politiche. Servono – ha detto il Sindaco di Rende – consigli comunali allargati, momenti di discussione allargata e condivisa per coinvolgere i territori. Dobbiamo pensare a qualcosa che sia funzionale, ai servizi essenziali, a ciò che sarà il nostro territorio. Se si pensa alla città unica, va da se che si debba pensare a luoghi dove si può costruire il nostro futuro, aldilà dei nostri naturali mandati. Basta guardare a Corigliano-Rossano: oggi è la città più popolosa della provincia, attrattore in termini di servizi -pensiamo alla sanità, all’idrico, ai rifiuti- e i nostri territori non devono rimanere indietro. É evidente che l’attuale assetto ponga scadenze e decisioni immediate per cui serve una profonda riflessione, conoscere ogni dettaglio. É l’organizzazione territoriale a fare la differenza – conclude Manna – e bisogna attuare strategie finalizzate al cambiamento e alla crescita sociale ed economica dei nostri territori.
Riformisti “verificare da subito la gestione unitaria della programmazione territoriale e dei servizi “
Sulla questione città unica intervengono anche i Capogruppo della Federazione Riformista di Rende “La prospettiva della città unica è questione troppo seria per lasciarla a qualche improvvisato “statista” di Ferragosto. È opportuno, arrivati a questo punto, ribadire ancora una volta la posizione sul punto dei riformisti rendesi. La Federazione Riformista di Rende ha ripetutamente manifestato il suo consenso alla formazione della Città Unica tra i comuni di Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo, in attuazione di un progetto, chiaro nei suoi contenuti, da sottoporre al vaglio dei cittadini dei comuni interessati e seguendo un percorso istituzionale preventivamente ben definito.
A nostro modesto avviso, infatti, è opportuno pervenire, in una prima fase, alla unione dei quattro comuni, per verificare da subito la gestione unitaria della programmazione territoriale e dei servizi più importanti per i cittadini e cioè il servizio idrico, dei rifiuti, del sociale, dei trasporti e di tutto ciò che è necessario per contribuire alla autosufficienza energetica, alla tutela e valorizzazione dell’ambiente e per creare opportunità di occupazione, soprattutto, per le donne e per i giovani. Naturalmente, se le prove tecniche di gestione, consentite dall’istituto della Unione tra Comuni, dessero risultati positivi, prima di andare oltre sarà necessaria una attenta verifica della situazione finanziaria e patrimoniale dei comuni interessati, onde evitare situazioni di disequilibrio tra i cittadini delle varie comunità. Dalle attività, dalle gestioni unitarie e dalle verifiche sopra evidenziate, deve scaturire il progetto di fusione e di istituzione della città unica tra Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo, da sottoporre, innanzitutto, al vaglio dei Consigli Comunali degli enti interessati e, successivamente, al voto dei cittadini delle medesime comunità. Va’ senza dire che, il progetto di città unica deve ottenere il voto favorevole della maggioranza dei votanti di ogni singolo comune, condizione questa prevista dalle leggi, onde evitare che la fusione diventi una annessione dei comuni più piccoli al comune più popoloso. In altri termini, è nostra opinione che le prove di città unica debbono passare dalla fase dell’unione tra i comuni, prevista dalla legislazione vigente, la cui istituzione è percorribile con estrema facilità, al fine di verificare la fattibilità del progetto di città unica. A supporto della nostra tesi, da anni ci piace paragonare la città unica ad un matrimonio. L’esperienza ci insegna che i matrimoni, che fanno seguito ad un adeguato periodo di fidanzamento, hanno lunga durata, mentre nella realtà della vita è successo che i matrimoni, scaturiti dal cosiddetto “colpo di fulmine”, hanno fatto registrare spesso il ritorno degli sposi dalla “luna di miele” imbarcati su aerei diversi”.

