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Piazza Bilotti e i miliardi di lire che Mancini pagò all’architetto per un progetto irrealizzabile

I lavori di restyling dell’ex piazza Fera e gli  strani compensi della Giunta Mancini a Caruso.

COSENZA –  “Che su Piazza Bilotti i conti non tornassero non stupisce. Ma che si potessero individuare incongruenze ancora prima, al tempo in cui si chiamava Piazza Fera, è cosa grave. Apprendiamo dalla stampa – afferma in una nota il senatore Molinari di Calabria Terra Libera – di quanto emerso nella seduta del consiglio comunale di Cosenza del 23 luglio, nell’ambito della quale il primo cittadino, Mario Occhiuto,  ha dato conto della relazione stilata dalla commissione di inchiesta incaricata di valutare ed analizzare gli atti relativi ai lavori di restyling della storica piazza. Intanto, sembra paradossale che ad accusare l’incongruenza di questi dati sia stato proprio colui che, sui lavori e la nuova progettazione, qualche spiegazione in più dovrebbe  darla. Della serie ‘il bue che  chiama cornuto l’asino’.
 
 
Ma poi inconcepibili sono le notizie venute fuori. Circa 2 miliardi di vecchie lire fu il compenso per l’architetto Caruso, a cui fu affidato il  progetto iniziale di restyling della piazza, commissionato dalla giunta guidata dall’allora Sindaco Giacomo Mancini. Un compenso rilevante (soprattutto considerando la cronica incapienza delle casse comunali) della cui adeguatezza non è dato sapere, non comparendo nella relazione della commissione di inchiesta alcun giudizio  in merito. Circostanza che – emerge ancora dalla relazione –  ha interessato anche Piazza Riforma, i cui lavori sono stati appaltati ma mai realizzati e all’architetto Caruso è stato ugualmente saldato il suo onorario, in questo caso con cifra più “modica” di 800 milioni delle vecchie lire e sulla fiducia, a quanto pare, non ravvedendosi alcuna delibera relativa.>
 
 
Sono dei fatti, per una città che sta morendo lentamente per mancanza di risorse, gravissimi. Ma quello lascia basiti è l’indifferenza rispetto a fatti che potrebbero essere sottoposti a censura amministrativa se non ad indagini giudiziarie. Eppur nulla si muove. Esistono gravissime responsabilità, perlomeno politiche, su cui è necessario fare piena luce  per il rispetto dei cittadini. Non solo siamo di fronte ad un evidente spreco di denaro pubblico ma anche a probabili procedure “anomale” nell’attribuzione di compensi. Urge procedere – e ci chiediamo come mai, dai banchi della minoranza non ci si sia pensato sinora – all’acquisizione dei documenti e all’invio di atti “sospetti” agli organi competenti: è indecente il voler far passare surrettiziamente il concetto dell’impunità a governare di chi è stato eletto dal popolo.>
 
 
I consiglieri di opposizione attualmente in carica, e quelli eletti all’epoca dell’amministrazione di Giacomo Mancini, svolgano con responsabilità il loro ruolo perché è un diritto sacrosanto dei cittadini/contribuenti sapere esattamente che fine fanno i soldi pubblici e in quali rivoli – spesso – si perdono e perché. Ed è dovere dei consiglieri eletti dare risposte ai cittadini in nome del mandato che gli è stato dato. Aspetto i prossimi lamenti quando, di fronte all’inerzia dei rappresentanti istituzionali del territorio, sarò costretto ad utilizzare gli strumenti in mia disponibilità (quelli di sindacato ispettivo), per chiedere conto dell’inerzia amministrativa – o peggio, in nome dei miei conterranei”.>

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