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Maltrattamenti e abusi sessuali, parrucchiere cosentino condannato a 4 anni

COSENZA – “La fine di un incubo”. Queste le parole dell’avvocato Gianpiero Calabrese al termine del processo che ha visto la condanna a quattro anni di reclusione, più le spese processuali, di P.S. parrucchiere 50enne di Cosenza. L’uomo per anni ha maltrattato, minacciato, offeso, abusato sessualmente e soggiogato l’ex moglie rendendole la vita impossibile. I due si erano sposati nel 2007 per poi divorziare nel 2014.

Durante tutto il matrimonio la vittima è stata frequentemente offesa e vessata dall’uomo il quale la definiva, in più occasioni, “una poco di buono, un’incapace, una stupida”. Continue erano anche le critiche sul suo ruolo di madre messo sempre in discussione. Il 50enne minacciava la moglie strumentalizzando la figlia: “se mi lasci te la faccio pagare e non ti faccio vedere più la bambina”. La donna era completamente soggiogata dal coniuge tanto che è riuscito a farle lasciare il lavoro, (anche lei parrucchiera) minacciando scenate furibonde sul luogo di lavoro, con la conseguente perdita da parte sua di ogni tipo di autonomia anche finanziaria. La donna ha raccontato che subito dopo il matrimonio e la nascita della figlia, nel 2007, il rapporto coniugale si era incrinato (tanto che i due coniugi dormivano in camere separate), a causa dell’atteggiamento del marito. Riferendosi all’offesa più brutta che aveva ricevuto, la vittima riporta: “disse… che la donna era un contenitore per partorire il figlio, che il seme e il fulcro veniva dal maschio. La donna conteneva perché aveva la gestazione, però la figlia era sua perché il seme era suo e dal seme nasce la figlia”. Il parrucchiere cosentino è arrivato persino a nascondere una telecamera tra i pupazzi della figlia. Nello specifico in due occasioni l’uomo ha abusato sessualmente della donna, costringendola ad avere rapporti sessuali completi contro il suo chiaro diniego.

La vittima ha deciso di denunciare solo dopo il divorzio, convinta che la distanza dall’ex marito servisse a placare i soprusi, invece l’uomo ha continuato, anche dopo la fine del matrimonio, a stalkerizzarla e a inscenare blitz a casa della donna. Durante l’udienza è stato lo stesso P.S. ad ammettere di aver ingaggiato un investigatore privato per seguire e saper ogni spostamento dell’ex moglie. “Un duro lavoro ripagato però da una grande soddisfazione per la fine di un incubo durato per troppi anni”. Ha dichiarato l’avvocato della parte lesa Gianpiero Calabrese.

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