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Rimbosopoli, 340mila euro ‘scivolati’ nelle tasche di Biliardi oggi voto su immunità

Nelle prossime ore si deciderà se procedere sull’arresto del senatore ex Scopellitiano vicino alla famiglia Gentile.

 

REGGIO CALABRIA – E’ accusato di peculato e falso nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria sulla gestione dei fondi riservati ai gruppi consiliari della Regione Calabria, il senatore del Nuovo Centrodestra Giovanni Bilardi per il quale la Giunta per le immunità del Senato si riunirà oggi per iniziare la discussione se autorizzare la richiesta della Procura di procedere all’arresto ai domiciliari del parlamentare o meno. Bilardi, che è indagato insieme ad altri ventisei tra consiglieri ed ex consiglieri regionali, è coinvolto nell’inchiesta in qualità di capogruppo della lista Scopelliti presidente nel periodo tra il 2010 ed il 2013. Secondo l’accusa Bilardi si sarebbe appropriato, “mediante prelievi indebiti dal conto corrente del gruppo e comunque sostenendo spese in realtà risultate avere finalità private e in ogni caso non ammissibili a rimborso”, di circa 340 mila euro.

In particolare, secondo i magistrati della Procura Reggina, per il 2010 Bilardi avrebbe speso direttamente 40.988 euro ed altri 53.241 per il tramite di Carmelo Trapani, collaboratore di fiducia del parlamentare, anche lui indagato; per il 2011 avrebbe speso direttamente 76.139 e 61.342 per il tramite di Trapani; per il 2012 66.587 euro direttamente e 33.655 per il tramite di Trapani. Tra il 2011 ed il 2012, inoltre, Bilardi avrebbe pagato circa 25 mila euro a Trapani a titolo di rimborso per presunte spese relative all’attività del gruppo ma secondo l’accusa mai documentate. A Bilardi, i magistrati reggini contestano, tra l’altro, l’acquisto di porcellane per 800 euro, di una penna in una gioielleria, di ipad, iphone e ipod per oltre 6.000 euro, cene, pranzi e organizzazione di spettacoli e regali di varia natura. Agli atti dell’inchiesta c’è anche un video che ritrae Trapani mentre porta in Consiglio regionale un televisore. Episodio verificatosi poche ore dopo l’interrogatorio cui Bilardi fu sottoposto il 24 giugno del 2013.

Il sospetto degli inquirenti è che il televisore fosse stato acquistato a fini privati e che solo dopo essere stato oggetto dell’interrogatorio Bilardi abbia incaricato Trapani di riportarlo in Consiglio. Nei giorni scorsi, il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha rigettato l’istanza presentata dai difensori di Bilardi per chiedere la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip nell’ambito dell’inchiesta. La Giunta per le Immunità del Senato si riunirà alle 14 per esaminare il caso di Giovanni Bilardi a deciderlo è stato l’Ufficio di presidenza della Giunta che punterebbe a decidere entro la settimana sulla richiesta di arresto arrivata dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Bilardi. Non si esclude infatti una doppia riconvocazione alle 20 e una nuova riunione giovedì alle 14. Relatore sarà il presidente della Giunta Dario Stefano.

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