COSENZA – Si intitola “La Salute non è un Gioco”, il progetto presentato presso il il Ser.D di Cosenza, voluto dall’Azienda Ospedaliera di Cosenza, in collaborazione con le quattro comunità terapeutiche che operano nella provincia bruzia: Il Delfino, Il Mandorlo, L’Ulivo e Regina Pacis. L’obiettivo è di contrastare la dipendenza dal gioco d’azzardo, considerata ormai una vera e propria patologia.
“Un fenomeno trasversale diffuso in tutte le fasce d’età dai giovanissimi agli anziani – spiega Renato Caforio della comunità terapeutica Il Delfino – e c’è bisogno di sinergia tra le istituzioni. Oggi presentiamo i dati della prima annualità di questo progetto e nello stesso tempo comunichiamo l’avvio della seconda annualità. L’iter per ‘disintossicarsi dal gioco’ è molto complesso e spesso oltre agli specialisti è necessario spesso anche l’intervento di un legale”.
I dati Ser.D nel 2020
Sono stati presentati questa mattina i dati del Progetto Gioco d’azzardo Patologico dell’Asp di Cosenza. L’iniziativa è stata convocata dal commissario Asp Vincenzo La Regina, dal dirigente medico Roberto Calabria, dallo psicologo ed educatore professionale Andrea Lo Polito e dal coordinatore Ats e presidente del Delfino, Renato Caforio.
“Nel 2020 i Ser.D hanno assistito complessivamente 125.428 soggetti tossicodipendenti dei quali 15.671 nuovi utenti con un rapporto di genere maschi femmine pari a 6,1 – si legge dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per le politiche antidroga – . “Nel 2020 è stata registrata almeno una patologia psichiatrica in 7.445 su un totale di 125.428 utenti, di cui il 64% è affetto da disturbi della personalità e del comportamento. Il 15% da sindromi somatoformi e nevrotiche, il 14% da schizofrenia e altre psicosi, il 3.1% da depressione e lo 0.9% da mania e disturbi bipolari”.
I dati in Calabria, cocaina
Numero di utenti già in carico nella Regione Calabria 650 di cui 108 nuovi ingressi. Gli assistiti in media hanno 42 anni mentre le femmine sono più giovani con una età media di 40 anni, mentre i nuovi utenti sono in media più giovani di circa 9 anni di quelli già in carico. Analizzando l’utenza totale per classi d’età si osserva che il 69% degli utenti ha tra i 30 e i 54 anni il 16% meno di 30 anni mentre il 15% più di 54 anni. Nel 2020 il 62% circa degli utenti trattati sono assuntori di eroina come sostanza primaria, il 22% cocaina e il 12% cannabinoidi, mentre per l’uso secondario le sostanze più frequentemente assunte sono state la cocaina per il 17% mentre cannabinoidi 16% e alcol per 8.6%.
Le persone in trattamento al 31 dicembre 2020 presso i servizi per le dipendenze del privato sociale in Calabria, sono state 350 di cui 316 in residenziale e 34 in semiresidenziale. Classi d’età dai 15 ai 19 (3); dai 20 ai24 (13); dai 25 ai 20 (29); dai 31 ai 40 (188). Un terzo della popolazione fra i 15 ed i 64 anni, almeno una volta nella vita, ha sperimentato l’uso di sostanze psicoattive (illegali), e dato allarmante almeno 1 su dieci lo ha fatto nel corso del 2017.
Nell’ultimo anno: la cannabis risulta essere da sempre la sostanza più diffusa (il 10% della popolazione ne ha fatto uso nell’ultimo anno), minore risulta essere la percentuale degli assuntori di cocaina (1,2%) , oppiacei (0.6%). Come si può notare il trend dei consumi indica la cannabis come la sostanza con maggiore crescita esponenziale. Il dato più allarmante è che il 34% degli studenti ha provato almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale nel corso della vita, mentre il 26% lo ha fatto nel 2017. I ragazzi utilizzatori sono il doppio delle ragazze, ad accezione della cannabis in cui il rapporto percentuale quasi si annulla. Il 4% degli studenti è un consumatore abituale di cannabis, seguito da eroina e cocaina. L’1,6% degli studenti ha utilizzato sostanze psicotrope senza sapere cosa assumesse.

