CASTROLIBERO – Emergono nuovi dettagli dai racconti delle studentesse che accusano un professore di molestie sessuali. Pezzi di un puzzle che si allarga giorno dopo giorno, del quale ieri si è occupata anche la trasmissione “Le Iene” con un servizio di Nina Palmieri. Secondo quanto emerso il docente, sarebbe in malattia ma nei suoi confronti non è stato mai adottato alcun provvedimento nonostante le segnalazioni alla preside risalgano al 2018: “Avevo 14 anni… sentivo che cercava di toccarmi… ho parlato con la preside ma nulla”.
Altro racconto arriva da una ragazza che aveva 16 anni: “Inizialmente faceva il simpaticone”, spiega raccontando quelle “battutine sui jeans e le scollature” e le sue parole “stai bene quando ti vesti così“. “Un giorno ero rimasta sola in classe quando lui mi ha avvicinata al termosifone e mi ha praticamente toccata. Mi ha chiesto se volevo fare due ‘botte’ con lui“.
La giovane studentessa, che ha poi cambiato scuola, ha le conversazioni in chat nelle quali il docente le chiede di fare una videochiamata, la chiama “polpettina” e le confida “Sei sempre più bella, mi fai pensare a cose a cui non dovrei pensare”. Quando non trova risposta da parte della ragazza alle sue richieste, cambia argomento e dirotta tutto sul suo ruolo da docente: “sto aggiornando i tuoi voti, sei quasi vicina alla sufficienza, mandami quelle foto che ti ho chiesto”. “Le foto che avrebbe voluto – racconta Sara – erano quelle del mio seno”. Riguardo alla preside, la studentessa spiega “quello che raccontavamo era nulla, senza prove, lei non ci credeva”. Il professore ovviamente non ha parlato con nessuno e sembra essere sparito nel nulla nonostante sia al centro di un’occupazione da parte di un intero istituto scolastico da 7 giorni.
Ministra Bonetti: “questa generazione di ragazze non vuole più subire”
Un plauso al “coraggio e alla forza nel denunciare le violenze” mostrati dalle studentesse del liceo ‘Valentini-Majorana’ di Castrolibero arriva anche dalla ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti. Diverse ragazze si sono decise a raccontare anni di abusi subiti da tre docenti.
In questa vicenda la ministra vede “una forte emersione di coscienza da parte di queste giovani rispetto alla violenza di genere. È un fatto culturale. Siamo di fronte a una generazione di ragazze che con coraggio ha preso la parola, ha denunciato, vuol dire che c’è una consapevolezza nuova, la decisione di non subire più né violenza, né sessismo”, prosegue Bonetti.
La reazione delle giovani rappresenta “un fatto culturale importantissimo”. La sensibilizzazione sugli abusi anche di genere “ha fatto un passo in avanti”. “La denuncia delle ragazze di Cosenza – ha dichiarato la ministra a Repubblica – lo dimostra. Ma ci vogliono delle reti, a cominciare dal ruolo che possono avere i centri antiviolenza nelle scuole”, spiega. Ora sono in campo gli ispettori inviati dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. “Ci dovrà essere una seria inchiesta da parte del ministero in quell’istituto”, afferma la collega di governo. “Sono certa che Bianchi andrà fino in fondo”.

