COSENZA – Eccole le nuove opere d’arte dei bimbi nell’era del Covid 19. Disegni che esprimono con chiarezza quello che viene percepito dai più piccoli in tempi di pandemia mondiale. La foto che abbiamo riportato è l’opera di Luca un bambino di 5 anni, attualmente in quarantena con la famiglia risultata, prima di San Silvestro, positiva al Covid.
“Mamma guarda, ho disegnato il cotton fioc del naso come quello della farmacia che la donna mascherata ci ha fatto”. Un messaggio nitido condito da quell’ingenuità che solo i bambini riescono a dimostrare e che gelano gli adulti convinti, probabilmente, che i cuccioli non si accorgano della guerra che il mondo sta combattendo. Come il piccolo Luca anche Chiara, Francesco, Giulia, Davide, ci segnalano le mamme, disegnano virus, gel disinfettanti e mascherine al posto di case, tramonti e pupazzetti che, in pre-pandemia eravamo abituati a vedere nei disegni sgangherati e spensierati dei piccoli umani.
Parla l’esperta
“Il loro immaginario è contornato dalla paura dell’invisibile – afferma a quiCosenza.it la psicoterapeuta Angelina Pettinato – c’è qualcosa che loro non vedono ma che ha degli effetti devastanti. Avvertono quella sensazione – dice la dottoressa – che da un momento all’altro questo “mostro” potrebbe colpirli e questa cosa indubbiamente sta incidendo sul loro immaginario. Se noi – prosegue la Pettinato – in questo immaginario mettiamo per due anni consecutivi in ogni momento della giornata e da qualsiasi pulpito: genitori, nonni, tv, scuola il bombardamento perché, di questo si parla, chiamato Covid è chiaro che le conseguenze non sono di certo rosee.”
L’ansia del contatto
Il consiglio della psicoterapeuta ai genitori è quello di rendere partecipe i bambini ma senza ripetere costantemente la situazione che stiamo affrontando e viverla in maniera più “naturale” e – almeno dinnanzi a loro – con meno ansia: “attenzione non toccare che, se tocchi arriva il Covid” o frasi del genere “vanno evitati per non creare nei bambini l’ansia del contatto“. Sicuramente c’è l’emergenza Covid, ma non dobbiamo sottovalutare anche l’emergenza che riguarda la psiche, di fatto – conclude la dottoressa – il non aver concesso il bonus psicologico è stato un grandissimo errore. C’è l’urgenza di riprendere e rieducare i bambini al contatto e attraverso il contatto riprendere la strada di un apprendimento felice e funzionale“.
Insomma una situazione che stanno vivendo molti bimbi soprattutto i piccolissimi che non hanno ancora potuto assaporare quella spensieratezza e leggerezza che, rappresentano i valori propri della loro tenera età e che si spera, conosceranno presto perché è vero erano sgangherati ma mancano i loro disegnini buffi di pupazzi, tramonti e casette.

