COSENZA – È iniziato il controesame dei testi per il processo Bergamini, istruito per stabilire definitivamente le cause della morte del giocatore rossoblu, avvenuta il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico, sulla statale 106. Consueta ormai la presenza in aula di Isabella Internò, fidanzata all’epoca dei fatti di Denis e al momento unica indiziata per la morte del calciatore.
L’udienza di questa mattina è partita con una discussione tra le parti su dei “brogliacci” poi risolta dal giudice Paola Lucente che stabilisce: “il brogliaccio non è una prova”. A dare il via all’udienza è stato l’intervento del perito Nicola Zengaro, chiamato per ufficializzare l’incarico, che ha a ricevuto il benestare sia di accusa che di difesa.
Gli avvocati di Isabella Internò, Angelo Pugliese e Rossana Cribari, hanno iniziato il controesame dell’ispettrice capo di Polizia Ornella Quintieri e dell’assistente capo Pasquale Pugliese che hanno partecipato alla terza indagine sul decesso del calciatore del Cosenza calcio. La tesi difensiva mira a confutare alcune dichiarazioni rese da persone giunte nell’immediatezza sul luogo dell’incidente e la mancanza di nuovi elementi indiziari rispetto alle precedenti inchieste già archiviate.
In scena la difesa della Internò
Il controesame, degli avvocati dell’ex fidanzata di Bergamini, si è concentrato sul movente passionale e sulle circostanze apprese da chi ha fatto le indagini riguardo: Mario Panunzio e Francesco Forte. Per quanto riguarda quest’ultimi, leggendo le intercettazioni “non utili” (ovvero quelle che la procura non ha inteso riportare a sostegno della sua tesi) emerge che Francesco Forte era ritenuto, dalla sua famiglia, “un pallista”. Le persone che parlano – nell’intercettazione di quest’aspetto “poco sincero” del Forte – sono l’avvocato Daniela Biondi, (la stessa che mise in contatto Forte con Donata Bergamini) e Mario Biondi, cugino di Forte e fratello dell’avvocatessa.
Per il movente passionale invece emerge, rispetto alle domande degli avvocati Angelo Pugliese e Rossana Cribari, che nel 1989 Denis era ritenuto geloso di Isabella Internò mentre nel 2011, questa gelosia del calciatore rossoblu verso la fidanzata, non viene più menzionata dagli ex giocatori del Cosenza, che nel frattempo furono ascoltati nella seconda indagine, poi successivamente archiviata. Parere che trova disappunto negli avvocati dell’accusa, i quali invece continuano a sostenere la gelosia della fidanzata verso Bergamini e non viceversa. Spunta poi “la foto” di Isabella, che pare Denis custodisse sul suo comodino e secondo la difesa questa è una prova che smonta l’ipotesi del movente passionale, in quanto, per gli avvocati, è sinonimo che il calciatore fosse ancora legato, in qualche modo, alla Internò.
Prende la parola il pubblico ministero, per il riesame che ha ribadito come le piste della droga e del calcio scommesse non fossero state prese in considerazione perché “non c’erano stati riscontri a queste due ipotesi”. L’udienza è stata aggiornata al 10 gennaio 2022.

