COSENZA – “Si continua a giocare sulla pelle del personale dell’azienda ospedaliera”. Così i sindacati dichiarano interrotta ogni relazione sindacale poiché “a distanza di un anno dall’insediamento del Prefetto di Cosenza e a sei mesi dall’aver ritirato lo stato d’agitazione a seguito degli accordi raggiunti davanti al prefetto, devono con rammarico constatare che tutte le promesse sono state disattese”. Così le sigle AAROI – ANAAO ASSOMED – ANPO – CGIL – CIMO – FESMED– CISL Medici – COAS FASSID – FVM – SINAFO – UIL-FPL si rivolgono al prefetto Ciaramella.
“Inoltre osservano, con profonda amarezza, che si continua a giocare sulla pelle del personale dell’azienda ospedaliera senza condividere le decisioni prese con le organizzazioni sindacali, soprattutto quando queste riguardano l’organizzazione del lavoro. A distanza di un anno dal Suo insediamento – scrivono i sindacati – la situazione del Pronto Soccorso non è migliorata, visto che non è stata capace di trovare una soluzione diversa da quella di far emanare al suo Direttore Sanitario ordini di servizio per i medici di varie UOC , che già lavorano sotto organico, riducendone ulteriormente le capacità produttive”.
Pronto soccorso al collasso e nessun nuovo posto letto
“Sarebbe stato più responsabile proclamare lo stato d’emergenza del Pronto Soccorso prima di mandare nella struttura medici prelevandoli da altri reparti e aggravando notevolmente lo stato di sofferenza di questi ultimi. Non ha provveduto ad aumentare i posti letto dei dipartimenti, disattendendo il D.M. 70/15 e il D.C.A 64/16 sul riordino delle reti ospedaliere regionali, facendoci assistere, impotenti, al progressivo depauperamento fino al completo esaurimento dell’intera graduatoria degli infermieri a vantaggio di molte aziende calabresi tranne la nostra, e alla mancata sostituzione del personale collocato in quiescenza o assente per lunghe malattie o gravidanza. Non ha avviato le operazioni per coprire le posizioni vacanti apicali, non ha aperto la struttura del Mariano Santo, come promesso davanti al prefetto,pur annunciandone un’imminente inaugurazione nonostante che i lavori non siano affatto ultimati, né ha provveduto ad aprire l’OBI in PS, oltre che aver ridimensionato fortemente la medicina d’urgenza senza contestualmente incrementare i posti nelle medicine e nelle specialistiche”.
E ancora secondo i sindacati, il prefetto “Non ha utilizzato i fondi Covid regionali e governativi che per tale motivo sono tornati indietro e non ha attuato gli istituti previsti dal CCNL 2016-2018 in vigore dal 01/01/2020”.
• avvio dei lavori della commissione per valutare la variabile aziendale della retribuzione per gli incarichi dirigenziali, nel rispetto delle nuove tipologie previste, come stabilito nel settembre 2020;
• assegnazione degli incarichi a tutti i dirigenti ed in particolare le nuove tipologie previste;
1. mancata attuazione art 5 del CCNL (confronto e convocazione dell’Organismo Paritetico) riguardo alle azioni intraprese dalla direzione strategica:
• articolazione dell’orario di lavoro;
• mobilità intra ed interaziendale;
• conferimento di attività ad altri soggetti esterni;
• regolamento patrocinio legale e saldo dei crediti pregressi connessi;
2. trasferimenti irrituali di medici tra UU.OO. non correlate all’emergenza Covid 19;
3. stabilizzazione del personale precario che ne ha i requisiti;
4. pagamento degli incentivi 2020 e 2021 per l’impegno del personale sanitario nell’emergenza Covid19;
5. pagamento dei superfestivi del 2020;
6. pagamento della retribuzione per il raggiungimento del risultato;
Per tali motivi i sindacati dichiarano di riprendere lo stato di agitazione sospeso nel giugno ultimo scorso e nel chiedere le dimissioni del commissario straordinario annunciano che comunicheranno al prefetto tale nuova situazione e chiederanno al più presto un incontro con l’onorevole Roberto Occhiuto per illustrare direttamente al commissario ad acta alla sanità calabrese la drammatica situazione in cui versa l’azienda ospedaliera di Cosenza.
