COSENZA – Sindacati anche in piazza 11 Settembre per lo sciopero generale dei servizi ambientali: rivendicano il rinnovo di un contratto scaduto da oltre due anni. La protesta, indetta a livello nazionale da Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, ha previsto presidi unitari in tutti i territori, con sit in davanti le Prefetture anche a Gioia Tauro e Reggio Calabria. I sindacati puntano il dito contro le associazioni datoriali “responsabili – dicono – della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di settore”.
Fra le principali motivazioni dello sciopero ci sono una serie di condizioni inaccettabili, come estrema flessibilità sull’organizzazione del lavoro attraverso il sistema degli orari, il ridimensionamento del sistema delle relazioni industriali per privare i lavoratori della rappresentanza e della partecipazione all’interno dell’azienda, la precarizzazione dei rapporti di lavoro soprattutto per lavoratori part-time e l’eliminazione totale del limite massimo dei lavoratori part-time presenti in azienda.
“Siamo qui per rivendicare i diritti di chi svolge il lavoro più umile ma allo stesso tempo indispensabile che riguarda l’igiene ambientale” ha precisato Gianluca Campolongo segretario regionale Fit Cisl Calabria. “Si tratta di lavoratori – ha aggiunto Campolongo – che durante la pandemia non si sono mai risparmiati, per il benessere di tutti. Dopo 28 mesi siamo stanchi perché le trattative sono in una fase di stallo. Le nostre proposte sono relative a un contratto nazionale unico e di filiera, il rafforzamento delle relazioni industriali attraverso un sistema maggiormente partecipativo dei lavoratori e l’evoluzione delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori”.
Un centinaio i lavoratori che questa mattina si sono ritrovati in piazza con i sindacati, che promettono manifestazioni ad oltranza. “Siamo fermi con il contratto – ha spiegato Teodora Gagliardi segretaria provinciale Fp Cgil Cosenza – perché non c’è stato alcun riconoscimento, vogliamo evitare il dumping contrattuale (condizioni a ribasso) e chiedere l’inserimento della clausola sociale nel passaggio degli appalti e un accordo economico che non tenga conto solo delle percentuali inflattive e che sviluppi maggiormente il welfare contrattuale e le varie indennità”.

