COSENZA – Confermate le ipotesi di gravi responsabilità diagnostiche ed assistenziali in capo ai sanitari dell’ospedale di Cosenza che ebbero in cura una donna di 49 anni sottoposta a ischemia critica dell’arto superiore destro e sottoposta ad una disostruzione secondo Fogarty, poi nuovamente ricoverata per paralisi e ipostenia degli arti inferiori con gambe fredde e marezzate ed immobilità degli arti inferiori in toto.
I familiari, assistiti dagli avvocati Massimiliano Coppa e Andrea Trevisan, con il supporto medico legale del dott. Antonio Scalzo, Direttore dell’U.O. di Medicina Legale dell’ASP di Cosenza, a seguito del decesso hanno sollecitato l’Autorità Giudiziaria ad approfondire la vicenda che ebbe come epilogo la morte della loro congiunta. I periti del Tribunale di Cosenza hanno confermato le gravi responsabilità indicate dai consulenti dei due legali, che qualificarono come “altamente difettuale ed omissiva la condotta dei sanitari che ebbero in cura la dottoressa che si era rivolta al nosocomio cosentino”. Scrivono infatti i periti che, durante il periodo di degenza della paziente presso l’ospedale di Cosenza a seguito di “procedura di aortografia eseguita da embolectomia mediante Fogarty è procedura indicata in casi consimili. Risulta omessa la descrizione di quanto apprezzato all’esame aortografia e risulta omessa la descrizione dell’atto operatorio. L’Azienda Ospedaliera non fornisce prova che venne eseguito un intervento corretto in ragione della patologia riscontrata”.
Avvocati Massimiliano Coppa e Andrea Trevisan
“Emerge l’errore di condotta per omesso controllo diagnostico strumentale dell’esito dell’atto operatorio mediante ecocolordoppler – AngioTC – Angiografia nell’immediato post operatorio prima del rientro della paziente in reparto. Emerge l’errore di condotta per omesso controllo diagnostico strumentale dell’esito dell’atto operatorio mediante ecocolordoppler- AngioTC – Angiografia nel periodo post operatorio in paziente che accusava dolore agli arti inferiori resistente agli analgesici maggiori e con evoluzione in infezione e danno multi organo . Emerge l’errore per omessa esecuzione della RMN lombare disposta dal Neurologo. Quando gli interventi di disostruzione degli assi vascolari sono gravati da insuccesso è prevista le esecuzione di esami diagnostici strumentali e la programmazione del re intervento o se necessario della fasciotomia o decisioni estreme fino alla amputazione degli arti con finalità salva vita. L’omessa esecuzione di esami diagnostici strumentali e di ulteriori interventi si pone pertanto, rispetto alla ischemia acuta degli arti inferiori, come concausa sopravvenuta nel determinismo dell’evento morte…”. Una triste storia che va ad aggiungersi ad altre di un sistema sanità calabrese, già minato da una pandemia ancora in atto.

