De magistris prosegue ribadendo che “è una diatriba che va avanti da tempo. Già a marzo 2021 la Corte costituzionale aveva bocciato il precedente provvedimento, risalente a novembre 2019, perché la Regione Calabria non poteva sostituire il governo disponendo la liquidazione amministrativa coatta per il Corap. La Giunta regionale, però, in barba al pronunciamento dei giudici costituzionali, nel dicembre 2019 aveva proceduto lo stesso in tal senso, e si era anche nominato il commissario liquidatore, Ferdinando Caldiero e stabilito la prosecuzione dell’attività del consorzio per altri dodici mesi. Per non farsi mancare nulla, risulta che in passato era stata aperta anche una sede a Marrakech, sotto il commissariamento dell’avvocato Ferdinando Caldiero, costata 110 milioni di euro, per il “progetto Marocco”, mentre i bilanci dell’ente erano in passivo di oltre 90 milioni di euro.
Adesso, però, il CORAP pare stia per chiudere con i suoi 96 dipendenti per i quali il destino lavorativo è del tutto incerto. Si spera che saranno liquidati loro tutti gli stipendi arretrati, – incalza de Magistris – ma non si sa ancora se e dove saranno ricollocati. Un grave danno per il presente e il futuro sviluppo industriale di una terra povera di lavoro e di grandi aziende. Il consorzio, infatti, per conto della Regione Calabria, ha gestito pezzi importanti come tutta l’area di Gioia Tauro, che si sviluppa su tre comuni, insieme a Rosarno e San Ferdinando e poi quella di Campo Calabro, Villa san Giovanni e Reggio Calabria.
Pertanto – chiosa il candidato di centrosinistra – è da qui che dovrebbe necessariamente passare per legge il rilancio – o, forse, sarebbe più corretto dire il lancio – industriale, economico e produttivo dell’intera regione. Inoltre il CORAP è proprietario e dovrebbe controllare direttamente le maggiori piattaforme depurative della regione che, però, sono date quasi tutte in gestione ai privati che le utilizzano senza alcun beneficio per il pubblico e a danno dello stesso ente che vanta crediti non indifferenti dagli attuali gestori.
Oltre a essere molto vicino e solidale con tutti i dipendenti il cui presente lavorativo è del tutto a rischio, esprimo tutta la mia preoccupazione per questa vicenda, grave e complessa. Se chiude anche il Corap, – conclude de Magistris – vuol dire che in questa terra c’è chi, come da ultimo l’emergenza politica sociale Nino Spirlì, vuol solo conseguire il fallimento di tutte le speranze di lavoro e di una economia industriale sana e pulita.
