Lavorano anche a Natale e a Ferragosto, ma per loro a fine mese lo stipendio non c’è.
CATANZARO – Ogni giorno operano in condizioni estreme cercando di strappare al degrado sociale bimbi, donne, migranti, anziani e disabili. Situazioni di disagio che tentano di arginare avviando all’integrazione i meno fortunati, gli ultimi a cui lo Stato dovrebbe garantire dignità ed assistenza. Professionalità consolidate sul campo a cui non vengono garantiti né gli strumenti per lavorare, né il principio fondamentale: quello del diritto ad essere retribuiti. La gestione delle strutture di accoglienza viene appaltata a privati, fondazioni, cooperative ed apparati ecclesiastici dalla Regione che sistematicamente ritarda nel liquidare i finanziamenti. Ritardi che spesso superano le dodici mensilità.
E quando i soldi arrivano, spesso spariscono a copertura di capitoli di spesa di cui i dipendenti non conoscono la natura. Le retribuzioni dei dipendenti non sono la priorità. Eppure sono loro che accompagnano, nella maggior parte dei casi con i propri mezzi, i bimbi in ospedale. Sono loro che si occupano di trovare, con il proprio impegno personale, un lavoro alle donne vittime di violenza. Sono sempre loro che, con il proprio impegno, trovano i vestiti per i migranti o portano un gelato agli anziani nelle strutture.
Oggi però stanchi di non veder riconosciuto il diritto al salario hanno incrociato le braccia e si sono riuniti davanti la sede dell’assessorato al Lavoro in segno di protesta. Con loro vi sono anche anziani e disabili in sedia a rotelle che hanno bloccato la strada che costeggia l’ente in attesa di risposte da una Regione che abbandonando loro rischia di far sprofondare il fragile sistema di welfare calabrese. L’assessore al Lavoro Guccione latita mentre i pagamenti sono fermi al 2013. I manifestanti intanto restano in strada da dove non si sposteranno finchè non verrà comunicato loro come la Regione intende liquidare le mensilità arretrate.

