Il fascicolo in cui vengono smentiti i casi di stupro denunciati dalla religiosa pare non sia stato preso in considerazione.
CATANZARO – La richiesta di condanna avanzata dal procuratore generale Raffaella Sforza nei confronti di padre Fedele Bisceglia è di nove anni e due mesi di reclusione. Il frate attualmente in missione in Africa è accusato, insieme al suo segretario Antonio Gaudio per il quale il pm ha chiesto una pena pari a sei anni e due mesi di detenzione, di violenza sessuale di gruppo ai danni di una suora. La riduzione della pena, per entrambi, è di solo un mese rispetto alle condanne inflitte in primo e secondo grado. Il processo approdato in Cassazione è stato annullato e rinviato a nuova discussione presso la Corte di appello di Catanzaro. Nell’udienza di oggi, dalle dichiarazioni fornite dal legale difensore di Padre Fedele, l’avvocato Franz Caruso, vi sarebbe stata una valutazione superficiale degli atti ribadendo l’attendibilità dei racconti resi da suor Tania.
Il dossier che gli ermellini avrebbero invitato a considerare per analizzare al meglio la posizione della ‘sorella’ pare non sia stato assolutamente preso in considerazione. Nel documento sono contenute le smentite, attraverso prove scientifiche di presunti casi di stupro denunciati dalla suora a Roma dopo i fatti che hanno coinvolto l’amato padre che fondò l’Oasi Francescana. In queste occasioni le dichiarazioni rese dalla suora furono definite inattendibili in quanto secondo i rilievi del Ris i vestiti strappati da dosso alla sorella per consumare la violenza erano in realtà stati tagliati con delle forbici. In più i ginecologi del Pronto Soccorso a cui la religiosa si rivolse per diagnosticare l’avvenuta molestia non avrebbero rilevato alcun segno di violenza. Circostanze che la Cassazione invitò a tenere in debita considerazione nel valutare complessivamente il caso di padre Fedele per la successiva pronuncia, ma sulle quali il procuratore Sforza non ha ritenuto opportuno soffermarsi.
