Dopo sette settimane l’indice Rt nazionale sale a 1.06. Aumenta l’incidenza e l’iSS chiede massime misure alle regioni in caso di varianti. La Calabria resta a rischio moderato con allerte di resilienza, ma l’indice RT scende a 0.81 e potrebbe rimanere ancora in zona gialla. ISS “rafforzare e innalzare le misure su tutto il territorio nazionale”
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COSENZA – La Calabria potrebbe scampare al “declassamento” della zona arancione anche perché, seppur resti a rischio moderato (con alta probabilità di regredire a rischio alto) e con un’allerta di resilienza, l’indice RT scende a 0.81 e l’occupazione dei posti letto è ancora sotto la soglia di allerta. L’orientamento che sta emergendo in cabina di regia alla luce dei dati del monitoraggio settimanale, prevede il passaggio in arancione di Friuli Venezia Giulia e Veneto, mentre la Campania, su richiesta della stessa regione, potrebbe invece diventare rossa così come l’Emilia-Romagna e le province autonome di Trento e Bolzano. Calabria e Lazio restano comunque in bilico e la decisione finale spetterà al ministro della Salute Roberto Speranza che terrà conto dei dati e delle ultime indicazioni delle stesse regioni. Di sicuro, quello che emerge dai nuovi dati dal monitoraggio settimanale dell’Iss, è che per la prima volta dopo 7 settimane, l’indice di contagio Rt medio nazionale sale ancora e raggiunge quota 1,06 (range 0,98- 1,20), in ulteriore salita rispetto alla settimana precedente quando il valore era a 0,99. L’epidemia corre e si registra un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione: 41.833 contro i 31.378 della settimana precedente. Scende la percentuale dei casi rilevati attraverso il tracciamento dei contatti (28,8% rispetto al 29,4%). Scende anche, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (35,2% vs 36,1% la settimana precedente).
Sei regioni ad alto rischio, Calabria a rischio moderato
Aumenta il numero di Regioni classificate a rischio alto. Questa settimana salgono a sei e sono: Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche. Salgono anche le Regioni/PPAA classificate a rischio moderato che includono anche la Calabria. Sono 14 (contro le 10 della settimana precedente) di cui nove ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane e solo la Sardegna con rischio basso mentre la scorsa settimana erano sei. Si conferma per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Anche alla luce dell’aumento sostenuto della prevalenza di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità, l’ISS raccomanda di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità. Analogamente a quanto avviene in altri paesi Europei, si rende necessario, anche per la presenza di varianti, un rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale al fine di ottenere rapidamente una mitigazione del fenomeno.
10 regioni con indice RT sopra 1. Calabria a 0.81
Dieci Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Molise) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, sei hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2.Tutte le Regioni/PPAA, tranne due (Sardegna e Umbria), hanno riportato allerte di resilienza, ovvero fattori di allerta. Due Regioni (Campania e Lombardia) riportano molteplici allerte di resilienza. Ecco gli indici Rt nelle singole Regioni con la Calabria che scende da 1.01 della scorsa settimana a 081: Abruzzo 0.96, Basilicata 1.16, Calabria 0.81, Campania 0.96, Emilia Romagna 1.13, Friuli Venezia Giulia 0.92, Lazio 0.98, Liguria 0.96, Lombardia 1.13, Marche 1.08, Molise 1.66, Piemonte 1.15, PA Bolzano 0.75, PA Trento 1.1, Puglia 0.93, Sardegna 0.67, Sicilia 0.79, Toscana 1.18, Umbria 0.79, Valle d’Aosta 1.21 e Veneto 1.08.
Aumenta ancora l’incidenza
I dati nel nuovo monitoraggio settimanale relativo al periodo 22-28 febbraio, evidenziano una netta accelerazione dell’epidemia con una incidenza nazionale che sfiora i 200 casi (194,87 per 100.000 abitanti) con una previsione di ulteriore peggioramento: nei prossimi giorni potrebbe raggiungere quota 250. L’incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti e anzi si avvicina alla soglia di 250 casi per 100mila abitanti. La soglia di incidenza pari a 250 casi/settimana per 100.000 abitanti, che impone il massimo livello di mitigazione possibile, è stata superata questa settimana in cinque Regioni/PPAA: Provincia Autonoma di Trento (385,02 per 100.000 abitanti), Provincia Autonoma di Bolzano (376,99 per 100.000 abitanti), Emilia-Romagna (342,08 per 100.000 abitanti), Marche (265,16 per 100.000 abitanti) e Lombardia (254,44 per 100.000 abitanti).
Can varianti attive le Regioni adottino misure massime
Nel suo report l’ISS evidenzia che “in presenza di varianti che possono parzialmente ridurre l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili, le Regioni/PPAA sono invitate ad adottare, indipendentemente dai valori di incidenza, il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento”.
Sotto stress le terapie intensive. Ancora su i ricoveri
Anche gli ospedali sono sempre più sotto stress. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% contro il 24% della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in risalita da 2.146 della settimana scorsa a 2.327 (il dato è riferito al 2 marzo). Aumenta anche il numero di persone ricoverate in aree mediche, passando da 18.295 (23/02/2021) a 19.570 (02/03/2021). Peggioramento nel numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica del 30%: sono 9 Regioni/PPAA contro le 8 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% contro 24% della scorsa settimana). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in netto aumento da 2.146 (23/02/2021) a 2.327 (02/03/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in aumento, passando da 18.295 a 19.570.
Iss-Istat, mortalità al Sud del 5,2% Sud nel 2020
Nel 2020 il numero di morti è stato il più alto dal dopoguerra. Dall’inizio dell’epidemia e fino al 31 dicembre 2020 l’incidenza dei decessi Covid-19 sulla mortalità per il complesso delle cause per ripartizione tra aree geografiche è stata del 14,5% al Nord, del 6,8% al Centro e del 5,2% nel Mezzogiorno. Le fasce di età sono: 4,6% del totale nella classe 0-49 anni, 9,2% in quella 50-64 anni, 12,4% in quella 65-79 anni e 9,6% in quella di ottanta anni o più. Lo evidenzia il 5 rapporto Iss-Istat ‘Impatto dell’epidemia covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente anno 2020’. A partire dalla metà di ottobre 2020 “diventano via via più evidenti gli effetti della seconda ondata dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale“. Considerando i decessi per il complesso delle cause, durante il periodo ottobre-dicembre 2020 si sono contati 213 mila morti, 52 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo di ciascuno degli anni a partire dal 2015 al 2019. Il bilancio della prima fase dell’epidemia, in termini di eccesso di decessi, è stato particolarmente pesante per la Lombardia (+111,8%); per tutte le altre regioni del Nord l’incremento dei morti del periodo marzo-maggio 2020 è compreso tra il 42% e il 47%; solamente il Veneto e il Friuli Venezia Giulia hanno un eccesso di decessi più contenuto (+19,4% e +9,0%). Al Centro si evidenzia il caso Marche (+27,7%), regione che si distingue rispetto all’incremento medio (+8,1%).
