Con il nuovo Dpcm scuole chiuse sempre nelle zone rosse ma anche in quelle arancioni e gialle dove i presidenti di Regione hanno la facoltà di chiudere se viene superata per una settimana la soglia dei 250 infetti ogni 100 mila abitanti. In Calabria la provincia di Reggio Calabria ha 190 contagi ogni 100mila abitanti
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COSENZA – L’aumento dei contagi e la forte incidenza delle varianti rischiano di far chiudere le scuole di tutta Italia, esattamente come avvenne un anno fa. Proprio il 4 marzo 2020 infatti, le lezioni furono sospese in presenza e le scuole, tranne per la parentesi degli esami di maturità, non hanno riaperto fino a settembre. Ora il quadro epidemiologico in peggioramento e il nuovo Dpcm per il quale – oltre che nelle zone rosse – se si supera il limite dei 250 casi i governatori potranno disporre le chiusure degli istituti, fanno temere che da lunedì prossimo oltre 6 milioni di studenti su 8,3 milioni dovranno studiare a distanza, in sostanza 3 su 4, il doppio di oggi: 2 milioni e 700 mila bambini della scuola dell’infanzia e primaria, un milione e 200mila alunni delle medie e 2 milioni e 300mila studenti delle superiori potrebbero fare lezione con la DaD, secondo i calcoli della rivista specializzata Tuttoscuola, con chiusure in 14 Regioni su 20 e 3 alunni su 4 con la dad. il ministro dell’istruzione Bianchi ribadisce “la scuola non chiude, non ha mai chiuso. Gli insegnanti sono sempre stati presenti. La parola Dad non mi piace, non è didattica a distanza ma di avvicinamento e la facciamo solo in situazioni estreme. Ora dobbiamo passare la piena” dell’emergenza. “Abbiamo provato a tenere aperte le scuole ovunque sia possibile, non esiste divisione tra chi le vorrebbe aperte e chi chiuse. Sono un servizio essenziale, se viene tolto è una perdita per ragazzi e per le famiglie. Non ho condiviso molte cose della ministra Azzolina, ma ho apprezzato il suo sforzo per tenerle aperte più possibile”. Così la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini in Commissione parlamentare.
Da lunedì 3 studenti su 4 rischiano la DAD
Intanto, la rivista Tuttoscuola calcola che le Regioni che potrebbero essere interessate da questa chiusura totale sono la Lombardia con 1.401.813 alunni, la Campania con 944.993, l’Emilia Romagna con 620.423, la Puglia con 585.344, il Piemonte con 573.231, la Toscana con 504.616, le Marche con 212.161, la Liguria con 189.785, il Friuli Venezia Giulia con 156.003 e l’Umbria con 119.177. A queste vanno aggiunti alcuni comuni laziali tra cui anche la provincia di Frosinone. Il resto del Lazio potrebbe mantenere 626.190 alunni con didattica in presenza (salvo un peggioramento del quadro), la Sicilia con 615.891 alunni a scuola, il Veneto con 573.694, la Calabria con 233.209 a scuola, la Val d’Aosta con 15.552 in presenza e la Sardegna con 207.286 alunni, in zona bianca. In presenza quindi (con la consueta alternanza del 50% per gli studenti delle superiori) vi sarebbero 2.271.803 alunni (il 26,7%) e 6.234.962 (73,3%) in Dad.
La soglia dei 250 casi ogni 100mila
Le varianti del coronavirus dettano la politica delle chiusure anche a Mario Draghi, con le zone arancioni, rosse e arancione rafforzate che sembrano mangiarsi inesorabilmente l’Italia gialla e con i ricoveri in costante aumento: il nuovo Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) firmato ieri, punta a scongiurare l’aumento dei contagi, come sottolineato anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza: “Ci sono segnali robusti di ripresa della curva”, ha spiegato in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il nuovo Dpcm, il primo firmato dal premier ex Bankitalia, contiene una stretta a partire dalla chiusura delle scuole nelle aree rosse e arancioni e anche in quelle gialle in cui sarà superata per una settimana la soglia dei 250 infetti ogni 100 mila abitanti. Una decisione caldeggiata dalle stesse Regioni e l’estrema ratio è di poter ricorrere alla Dad per tutti, anche nelle zone arancioni, se i contagi nel comune superano la soglia indicata nel Dpcm. Significa che nel giro di poco tempo i due terzi degli studenti potrebbero essere a casa.
La provincia di Reggio Calabria verso la soglia limite
Le province che attualmente superano questo limite sono 24 e quella di Reggio Calabria ha una soglia di 190 casi per 100mila abitanti. Quelle che già superano la soglia sono: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Chieti, Como, Forlì, Frosinone, Imperia, Macerata, Mantova, Modena, Monza e Brianza, Pescara, Pistoia, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Salerno, Siena, Trento, Udine, Verbano-Cusio-Ossola. E senza considerare che ci sono altre 20 province che si avviano a superare questa soglia. Non è passata la proposta del ministro dell’istruzione di legare la chiusura delle scuole a quella dei negozi. Anzi, per i servizi di asporto si sono allargate le maglie dei divieti. Sulla disciplina delle “attività dei servizi di ristorazione”, il ministero della Salute ha infatti precisato che è rimasto il divieto di asporto per le attività dei bar (codice ATECO 56.3) dopo le 18.00. Viene consentito ora l’asporto solo fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25). Resta, ovviamente, vietato il consumo sul posto.
