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In Calabria sanitari quasi tutti vaccinati. Ora gli over 80, ma non c’è ancora una data

Conclusa la compagna di vaccinazione che riguarda i sanitari, a breve il via alle dosi per gli over 80. Trovata l’intesa con i medici di base, manca ancora una data di inizio e la modalità di prenotazione. Per gli anziani con patologie gravi si ragiona sulla possibilità di vaccinazione in ospedale. L‘ultima categoria di italiani, quella delle persone tra 16 e 55 anni che non presentano rischi specifici, sarà vaccinata con Astrazeneca.

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COSENZA – Praticamente completata la vaccinazione di quasi tutto il personale sanitario (“mancano probabilmente ormai pochi elementi” ha detto Spirlì) il prossimo step delle vaccinazioni in Calabria riguarderà gli over 80. Gli ultra ottuagenari sono circa 130mila in Calabria, 180 sono invece gli ultra centenari. A loro saranno destinate le dosi del vaccino Pfizer e Moderna, mentre quello di AstraZeneca, raccomandano a persone dai 18 ai 55 anni, sarà destinato al personale scolastico e universitario, alle forze armate e di polizia e a tutte le categorie fragili. Ad oggi sono poco meno di 80mila le dosi di vaccino consegnate alla nostra regione. Ne sono state inoculate 63mila per una percentuale che si assesta attorno al 79%.

Data e modalità di prenotazione

Per quanto riguarda la vaccinazione degli anziani e le categorie a cui spettano le dosi di AstraZeneca, sono ancora molti gli interrogativi a cui dare risposta. Partiamo dagli anziani: per adesso c’è l’intesa di massima raggiunta con i rappresentanti dei medici di base che si sono resi disponibili a firmare un protocollo con la Regione, il commissario ad acta, le Asp così da occuparsi loro stessi della vaccinazione. Ma il protocollo ancora non è stato firmato anche perchè bisognerà capire logisticamente come poter gestire le dosi. Non c’è ancora una data di inizio e resta da capire quale sarà la modalità scelta per permettere agli anziani di effettuare le prenotazioni. Un’ipotesi sarebbe quella di utilizzare gli elenchi in possesso dei medici di base oppure utilizzare e sfruttare la piattaforma informatica per la tracciatura e la somministrazione dei vaccini, collegata ai sistemi di Poste Italiane e già attiva in 4 regioni, compresa la Calabria.

Anziani con patologie gravi

I dubbi della Regioni riguardano le somministrazioni ad anziani che presentano patologie gravi. Lo stesso Sprlì ha chiesto che per gli ultra ottantenni che presentano patologie importanti, si possano effettuare la vaccinazione presso i grandi ospedali, gli hub, dove possono esserci reparti di supporto che, in caso di necessità, possano essere allertati. In sostanza molti potranno fare il vaccino comodamente a domicilio grazie al proprio medico curante, mentre per altri ci sarà l’opportunità di scegliere se farlo su richiesta o appuntamento in ospedale.

Intanto il nuovo Governo Draghi si occuperà in prima battuta di rivedere la logistica, per aumentare ed efficientare la distribuzione delle dosi nelle regioni per una somministrazione più rapida. Saranno utilizzate piattaforme digitali e call center per le prenotazioni e per avere in tempo reale l’andamento delle vaccinazioni. Vanno incrementati i ‘vaccinatori’, magari attingendo ai volontari della Protezione Civile e alla sanità militare per accelerare le somministrazioni. C’è un dato che conferma questa necessità: le prime 249mila dosi di Astrazeneca destinate agli under 55 sono state tutte consegnate, ma le vaccinazioni non sono ancora partite in nessuna regione. Un’accelerazione che il presidente incaricato ripete a tutti i partiti anche in virtù delle “notizie positive” che “a breve” arriveranno dall’Unione europea sui contratti con le case farmaceutiche: Bruxelles sta trattando per avere più dosi ed è ovvio che quando ci saranno bisognerà farsi trovare pronti.

Il nuovo piano vaccino del Ministero

Una volta insediato, l’ex presidente della Bce troverà comunque sul suo tavolo il nuovo piano del ministero della Salute illustrato alle Regioni che prevede entro la fine di marzo l’arrivo di 14,5 milioni di dosi: 9,1 da Pfizer, 4,165 da Astrazeneca e 1,3 da Moderna. Un piano, tuttavia, che la Conferenza delle Regioni ritiene “in questa fase di difficile applicazione per la carenza delle dosi di vaccino disponibili e per l’ indeterminatezza di alcune indicazioni”. In particolare, ad avviso delle Regioni “risulta necessario chiarire in maniera più specifica quali sono i target prioritari da vaccinare“; urgono poi le “indicazioni necessarie a consentire da subito l’utilizzo del vaccino Astrazeneca, partendo dal personale scolastico” e valutando, con Aifa, la possibilità di estenderne l’utilizzo anche agli over 55. Ultimo punto: verificare ulteriori vaccini disponibili sul mercato.

Tornando al piano, con la vaccinazione delle prime tre categorie prioritarie (personale socio sanitario, Rsa e anziani over 80, in tutto quasi 6,5 milioni di persone) già avviata e pianificata, si procederà in parallelo su due fronti. Il siero di Pfizer e Moderna sarà destinato ad oltre 25 milioni e 800 mila italiani: persone estremamente vulnerabili di ogni fascia d’età (chi ha malattie respiratorie o cardiocircolatorie, diabetici e obesi); anziani tra 75 e 79 anni; anziani tra 70 e 74 anni; persone vulnerabili fino a 69 anni; persone tra 55 e 69 anni che non presentano rischi specifici. L‘ultima categoria indicata, quella delle persone tra 16 e 55 anni che non presentano rischi specifici – 29.051.793 italiani – sarà vaccinata invece con Astrazeneca, come i 3.894.847 cittadini sotto i 55 anni appartenenti a personale della scuola, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti, soggetti impiegati nei luoghi di comunità e gli altri servizi essenziali. Se rimarrà così il piano o se sarà modificato lo si capirà nei prossimi giorni.

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