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Report ISS: Calabria resta a rischio basso, RT a 0,82. Zona gialla domenica quasi sicura

Il nuovo report della cabina di regina dovrebbe confermare il passaggio in zona gialla della Calabria che mantiene un rischio basso e un indice RT sotto 1. In Italia RT scende a 0.84, scende l’incidenza e c’è una sola regione a rischio alto. Ma l’ISS avverte “l’epidemia resta ancora in una fase delicata e persiste il rischio di un nuovo rapido aumento”

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COSENZA – Il nuovo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità, con i dati sulla situazione epidemiologica nel nostro Paese e riferiti alla settimana dal 18 al 24 gennaio, dovrebbero confermare il passaggio in zona gialla della Calabria (che rimane tra le regioni a basso rischio e con un indice Rt sotto l’uno). Lo stesso presidente F.f. Spirlì, parlando delle scuole, ha evidenziato che anche le chiusure degli istituti “hanno permesso di passare dalla zona rossa (di dicembre, ndr) alla zona gialla che sarà ufficializzata oggi”.

Migliorano i dati ma persiste il rischio

Il nuovo report dell’ISS fotografa un’Italia in cui si conferma la tendenza già registrata la la settimana scorsa: le misure adottate a Natale e Capodanno hanno prodotto gli effetti sperati con la curva epidemiologica in calo per la seconda settimana consecutiva anche se i 14mila e passa casi al giorno, confermano che si è ancora lontani dalla condizione che consente di tenere sotto controllo l’epidemia che resta ancora in una fase delicata e persiste il rischio di un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Resta dunque la necessità di mantenere le misure attualmente in vigore e di rafforzarle in quelle regioni e territori dove il virus è più diffuso. L’attuale quadro, si legge nelle bozza di monitoraggio settimanale, “impone incisive misure restrittive. Si conferma la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone, evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.

In Italia Rt scende a 0.84. Solo in Molise sopra uno

Solo il Molise, ha un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore e compatibile con uno scenario di tipo 2 (rischio alto). Tutte lee altre Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno. Il quadro che emerge dalla bozza del monitoraggio settimanale con dati relativi alla settimana dal 18 al 24 gennaio (aggiornati al 27/1/2021) evidenziano come in Italia, a livello generale, l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,84 (range 0,75- 0,98) ed è visto “in diminuzione e con il limite superiore del range sotto l’uno”. Questo invece l’indice RT di tutte le Regioni: Abruzzo 0.81, Basilicata 0.91, Calabria 0.82 (era a 1.02), Campania 0.97, Emilia Romagna 0.77, Friuli Venezia Giulia 0.68, Lazio 0.73, Liguria 0.87, Lombardia 0.84, Marche 0.88, Molise 1.51, Piemonte 0.82, PA Bolzano 0.8, Pa Trento 0.56, Puglia 0.9, Sardegna 0.81, Sicilia 0.98, Toscana 0.95, Umbria 0.96, Valle d’Aosta 0.82 e Veneto 0.61. Lo scorso monitoraggio le regioni con Rt superiore a 1 erano state 10.

Una sola regione a rischio alto, Calabria resta a rischio basso

Questa settimana, evidenzia ancora la bozza del report, si continua a osservare un “miglioramento del livello generale del rischio, con un aumento significativo di Regioni a rischio basso”. Complessivamente solo la regione Umbria ha una classificazione di rischio alto (contro quattro della settimana precedente). Altre 10 sono classificate a rischio moderato: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche e Provincia di Bolzano (che ha un alto rischio di progressione a rischio alto), Provincia di Trento, Puglia e Toscana. Infine sono 10 le regioni  a rischio basso: Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Molise (con rischio di progressione a medio), Piemonte, Sardegna, Sicilia, Valle D’Aosta e Veneto.

Scendono i ricoveri ma forti variazioni tra le regioni

Scende il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva o di aree mediche sopra la soglia critica (sono 8 contro le 12 la settimana precedente). L’occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sotto la soglia critica (28%). Ma sono “forti le variazioni regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive”. Diminuiscono i ricoveri in rianimazione che scendono da 2.487 a 2.372 e nelle aree mediche passando da 22.699 a 21.355.

Diminuisce l’incidenza a 7 e 14 giorni

Si continua a osservare una diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 289,35 per 100.000 abitanti (11-24 gennaio) contro il dato precedente di 339,24 per 100.000 abitanti (4-17 gennaio). Anche questa settimana il dato di incidenza bisettimanale non è pienamente confrontabile con il periodo precedente (estensione dal 15 gennaio della definizione di caso a test antigenici rapidi secondo i criteri definiti nella circolare dell’8 gennaio 2021). Tuttavia – si legge nel rapporto n.37 del monitoraggio – il calo osservato evidenzia una diminuzione reale dell’incidenza, dato che il periodo degli ultimi 14 giorni comprende più giorni dove sono stati inclusi anche casi diagnosticati con solo test rapido antigenico”. Ma l‘incidenza, si puntualizza nel rapporto “è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.

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