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Dpcm, il Viminale ai Prefetti “controlli mirati nelle aree urbane”. Ora protestano palestre e piscine

Circolare inviata ai Prefetti dopo l’ultimo Dpcm sulle ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza Covid “occhio alle aree interessate da affollamento soprattutto di notte”
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COSENZA – A cinque giorni dall’entrata in vigore del decreto legge e del successivo Dpcm che vietano gli spostamenti tra le regioni fino al 15 febbraio, non c’è ancora un’indicazione chiara sulle seconde case. O meglio: né la circolare del Viminale inviata oggi ai prefetti, né le Faq sul sito del governo, ancora in fase di aggiornamento e dunque rimaste ferme ai provvedimenti precedenti, chiariscono quanto affermato sabato da fonti di palazzo Chigi secondo le quali, non essendo esplicitato il divieto di spostamento verso le seconde case, è possibile raggiungerle anche se fuori regione. Allo stato dunque le uniche certezze sono i provvedimenti in vigore, con il divieto di spostamento tra le regioni salvo motivi di salute, lavoro e necessità, e il rientro, sempre consentito, alla propria residenza, domicilio e abitazione. Una formula ripresa nella circolare del Viminale: il decreto legge, scrive il capo di Gabinetto Bruno Frattasi, “conferma fino al 15 febbraio la previsione delle già vigenti limitazioni di spostamento tra regioni, con la consueta eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, nonché dal rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”.

Nella circolare inviata si rammenta ai prefetti di garantire “la più scrupolosa osservanza delle prescrizioni vigenti attraverso mirati servizi di controllo del territorio, soprattutto nelle aree urbane – specialmente quelle interessate da fenomeni di affollamento nelle ore serali e notturne – nei luoghi di transito e lungo le principali arterie stradali”.

Saranno quindi le Faq di Palazzo Chigi a chiarire definitivamente la questione, quando arriveranno: al momento sul sito del Governo ci sono le vecchie risposte, quelle in cui si definisce l’abitazione come “il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità o con abituale periodicità e frequenza, sempre con esclusione delle seconde case utilizzate per le vacanze”. Intanto dopo i ristoratori, ora protestano i lavoratori di palestre e piscine: imprenditori, personal trainer, istruttori, assistenti bagnanti, personale amministrativo e delle pulizie. In 200 hanno manifestato a Torino vestiti come fantasmi e il 29 gennaio saranno in piazza Montecitorio a Roma gli aderenti alla Federazione sindacale sport Italia. “160 mila imprese sono ferme senza certezze per il futuro e con migliaia di posti di lavoro che si rischiano di perdere definitivamente – dice il presidente Gerardo Ruberto -. Chiediamo di poter riprendere in sicurezza le nostre attività”.

 

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