Confermato un consiglio dei ministri in programma alle 21 che stabilità con decreto legge le nuove misure restrittive con l’inasprimento della soglia di contagio RT, che scede a 1 per la zona arancione e 1,25 per la zona rossa
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COSENZA – Arriveranno venerdì 8 gennaio i nuovi dati della Cabina di regia per il monitoraggio e “un certo numero di regioni dovrebbero cambiare fascia” tra queste anche la Calabria. Il ministro Speranza annuncia che il prossimo fine settimana tutta l’Italia potrebbe essere zona rossa e porterà, già questa sera, in Consiglio dei Ministri, dove sarà approvato un altro decreto ad hoc per stabilire le nuove misure anti-Covid dal 7, l’inasprimento delle soglie dell’Rt (indice di contagio) che definiscono il passaggio di una regione in fascia arancione o rossa, come ha confermato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia sottolineando che gli interventi fatti a Natale “hanno evitato che ci fosse in Italia il liberi tutti“. La revisione della soglia del Rt “è stata condivisa da tutte le regioni – ha aggiunto Boccia – perché tutti condividiamo la necessità di far scattare immediatamente le misure più restrittive quando si va oltre l’1”. L’RT è uno degli indicatori d’allarme che fa scattare le fasce per le regioni. In particolare, la soglia di Rt che fa scattare la fascia arancione sarà abbassata a 1 (invece dell’attuale 1,25) mentre per la fascia rossa basterà il raggiungimento di un Rt pari a 1,25 (invece dell’attuale 1,50). Questo significa che se consideriamo l’ultimo indice RT relativo della Calabria, evidenziato nel monitoraggio di mercoledì 30 dicembre (1.09), la regione finirebbe già in zona arancione. I valori di Calabria, Liguria e Veneto sono quelli che “destano particolare preoccupazione e pertanto si esorta a considerare di applicare le misure previste, per i livelli di rischio attribuiti, anche alla fine di queste festività” ha ricordato il CTS.
Resta alta la tensione sul nodo scuola
E Mentre il governo discute, dalle Regioni arrivano i primi no alla riapertura delle scuole superiori. Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno deciso lezioni solo a distanza fino al 31 gennaio, in Campania aule chiuse fino all’11 e poi ‘ripresa graduale’ in presenza. Giani: ‘In Toscana si riparte il 7’. In Calabria per ora dovrebbe essere confermata la data del 7 anche se Spirlì ha chiesto maggiore sicurezza “Se non ci saranno pericoli per i nostri ragazzi la scuola riprenderà in presenza al 50%, e non al 75% come avrebbe preteso la ministra Lucia Azzolina che non ha niente da pretendere” ha chiosato il presidente f.f. “mi auguro che i ragazzi possano proseguire la loro formazione in presenza ma è inderogabile pensare alla loro tutela. La scelta la faremo tutti assieme ma ci dovrà essere la sicurezza. E solo allora dirò che le scuole restino aperte”.
Per il segretario del Cts Ciciliano, il problema sarà non tanto riaprire le scuole ma tenerle aperte. L’Iss indica che da agosto dalle scuole è arrivato solo il 2% dei contagi. I sindacati chiedono un incontro con il governo. Dal M5s, invece, arriva la richiesta di confermare la data del 7 per riaprire “chi sposta in avanti l’apertura delle scuole allora deve spostare anche la riapertura delle altre attività” ha evidenziato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia parlando proprio delle Regioni che hanno annunciato la volontà di posticipare l’apertura della scuola. “Se si sposta l’apertura delle scuole a fine gennaio – ha aggiunto – e si mantiene l’apertura dello sci il 18 gennaio c’è qualcosa che non va“.
