Oltre un’ora di colloquio intenso, a volte anche teso, in cui si è discusso sul futuro dell’azienda e delle attività delle Terme Luigiane. Presenti anche il direttore di Federterme Crudeli e il rappresentante del sindacato CISL Calabria
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COSENZA –  “Dopo oltre un’ora di colloquio, a tratti anche teso, non abbiamo riscontrato alcun passo in avanti’. Così Dante Ferrari, consigliere delegato della S.A.TE.CA. Terme Luigiane al termine dell’incontro che si è svolto oggi in Prefettura a Cosenza per cercare una soluzione che possa scongiurare la chiusura delle Terme Luigiane. Mentre era in corso il colloquio, in piazza 11 settembre si è tenuto un presidio di lavoratori.
All’incontro erano presenti oltre all’azienda che gestisce gli impianti, anche il viceprefetto Turco, i sindaci di Acquappesa Francesco Tripicchio e di Guardia Piemontese Vincenzo Rocchetti, il direttore di Federterme Crudeli e il rappresentante del sindacato CISL Calabria. ‘Da parte nostra -ha proseguito Ferrari – abbiamo posto il tema in termini strategici e di prospettiva di medio-lungo termine per lo sviluppo della risorsa termale’ ‘confermando la disponibilità, già formalizzata, alla restituzione degli immobili di proprietà comunale non utilizzati entro i primi di marzo 2021. Non siamo contrari alla logica dei bandi, anche perché abbiamo le competenze per poter riaffermare anche in quella sede la qualità del lavoro sinora svolto. Nutriamo però forti perplessità sui contenuti del Regolamento approvato dai Comuni alla base del futuro bando. Infatti, esso appare non tenere nella giusta considerazione aspetti strategici dell’attività termale, arrivando addirittura ad ipotizzare un uso distorto e non pienamente conforme alla normativa della risorsa acqua termale”.
“L’azienda – ha concluso Ferrari – rimane comunque disponibile ad approfondire ogni utile proposta finalizzata a creare i presupposti per la continuità dell’attività, evitando danni gravi ed irreparabili, sia economici che occupazionali, al territorio già duramente provato in questi mesi dalle ricadute della pandemia’.
Aurelio Crudeli, direttore generale di Federterme confindustria, si è detto preoccupato per le sorti di questa azienda che è una delle più importanti del panorama nazionale. “Riteniamo che Terme Luigiane debba continuare ad operare e chi le gestisce o le gestirà dovrà esser emesso nelle condizioni di pianificare e programmare l’attività avendo delle certezze do base” ha detto Crudeli evidenziando che “ci sono elementi che francamenti ci sfuggono in questa vicenda, però confidiamo che gli attori che prendono parte all’incontro, ognuno per la propri parte, possano assumersi le responsabilità del caso. Tra l’altro in un momento così difficile pe l’encomia del paese e per le imprese che lavorano nel settore turistico e termale ci sia bisogno di tutto ma non di questi contenzioni che vedono tutti sconfitti e tutti perdenti. Vorremmo evitarlo”.
Gerarco Calabria, segretario Cisl Cosenza è preoccupato per la ricaduta occupazionale visto che la chiusura delle Terme porterà alla cancellazione di quasi 250 posti di lavoro ” Le Terme rappresentano per il territorio lo sviluppo e per noi l’occupazione. Entrambi vanno tutelati e siamo qui per dipanare in maniera definitiva la vicenda – ha detto – e quello di oggi è un tavolo importante, quasi decisivo, perché sono presenti tutti i soggetti che l’8 febbraio del 2019 hanno sottoscritto l’intesa. Oggi non è in discussione l’intesa firmata, ma quell’intesa è fondante per il perseguo delle Terme e per la tutela dell’occupazione. Ci sono un pò di questioni da affrontare, a cominciare dal bando, dal funzionamento delle Terme e dai posti di lavoro”.
Oscar Alò, delegato nazionale Sindacato Simmas “è una vicenda che si trascina da più di un decennio. Il nostro sindacato ha voluto rappresentare la questione ai dicasteri di competenza e ai ministri Di Maio e Speranza ed anche al premier Conte. Vogliamo rivolgere un pensiero non solo ai fisioterapisti e masso fisioterapisti, ma anche a tutte quelle professionalità meno specializzate di cui spesso si parla poco. È una vicenda non più provinciale o regionale e che non riguarda solo il Mezzogiorno, visto che le Terme Luigiane rappresentano un modello di sviluppo che va a coinvolgere un indotto collaterale che riguarda l’intera economia di un Paese. Auspichiamo risposte importanti ai tavoli ministeriali e ci riserviamo di portare avanti la nostra protesta anche ai tavoli europei”.

