Governo in pressing per il rientro in classe il 7 gennaio. Renzi scrive a Conte “da due mesi i nostri ragazzi non vanno più a scuola: presidente è una tragedia”. Resta il nodo tamponi e quello dei trasporti. Cisl scuola “con il problema irrisolto dei trasporti, è impossibile riportare il 75% dei ragazzi in aula il 7 gennaio”
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COSENZA – Se la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina continua a ripetere che “gli studenti delle scuole superiori hanno il diritto di tornare in classe” e da più parti si sostiene “dopo altri 100 giorni di chiusura, il 7 gennaio le scuole vanno riaperte”, non tutti però sono convinti che la scuola possa e debba riaprire dopo le vacanze di Natale. Anzi, stando ad alcune ipotesi che circolano in queste ore, le lezioni potrebbero addirittura finire il 19 dicembre invece del 22, come prevede il calendario di gran parte delle regioni italiane. Ma il premier Giuseppe Conte fissa un paletto chiaro: il governo sta facendo di tutto per riaprire la scuola subito dopo l’Epifania. “C’è un grande lavoro per tornare il 7 gennaio con la didattica in presenza. Abbiamo organizzato dei tavoli con i prefetti per cercare di incrociare, rispetto alle realtà locali, i dati dei trasporti e degli orari di entrata e uscita per evitare degli orari di punta”, assicura. E aggiunge: “non possiamo individuare nel settore dei trasporti il focolaio dei contagi, non è stato cosi. E così anche per la scuola”.
“Quest’anno ho scritto una lunga lettera a Babbo Natale il mio sogno è che la pandemia finisca e io possa tornare a stare con i miei studenti e a visitare le scuole“, ha detto la titolare del Ministero dell’Istruzione rispondendo ad una bambina. “Oggi alla parola digitale è un po’ la parola dell’anno, tutti sanno cosa è la Didattica digitale integrata, ha innovato il modo di fare didattica, abbiamo investito 400 milioni solo per incentivarla. E’ una didattica in cui la parte da leone l’hanno fatta gli insegnanti e ha riscosso grande interesse. Sono molto orgogliosa dei ragazzi”, ha concluso Azzolina.
Intanto con una lunga lettera Renzi scrive Conte e parla di “tragedia scuola” che deve essere risolta con scelte che vadano incontro ad una riapertura in presenza. “Da due mesi i nostri ragazzi non vanno più a scuola: è una tragedia, Presidente, una tragedia. Sussistono le responsabilità delle Regioni, certo; quelle del trasporto pubblico non organizzato per tempo; il grave errore di aver chiuso l’unità di missione sull’edilizia scolastica che oggi tutti dicono di voler riaprire“. Renzi fa notare nella sua lettera, che “c’è un dato di fatto: i nostri figli hanno perso un anno rispetto ai ragazzi tedeschi o francesi. Perché loro tengono aperte le scuole, a differenza nostra. È un patrimonio di competenze perse, di relazioni smarrite, di umanità infranta“ ha concluso il leader di Italia Viva.
Nuova riunione con le Regioni: tamponi e nodo trasporti
Regioni e Governo sono tornati a parlare oggi nella seduta della Conferenza delle Regioni e poi la Stato Regioni e l’Unificata. I nodi sono sempre gli stessi: da un lato i trasporti, dall’altro tamponi e test rapidi. Alcuni dei tavoli coordinati dai prefetti sul trasporto locale stanno portando risultati, altri, soprattutto nelle grandi città, incontrano maggiori difficoltà. Il ministero dell’Istruzione, dal canto suo, ha chiesto una corsia preferenziale per i tamponi nelle scuole mentre la responsabile scuola del Pd Camilla Sgambato auspica mezzi pubblici dedicati solo per gli alunni. Fnm e Asstra chiedono di individuare “orari precisi e scaglionati” di ingresso dei ragazzi. Intanto la Cisl scuola scende in campo in modo netto: con il problema irrisolto dei trasporti, è impossibile riportare il 75% dei ragazzi in aula il 7 gennaio, ragiona la segretaria Maddalena Gissi. Se non si riuscisse a riaprire il 7 gennaio “saremmo di fronte all’ennesimo fallimento del sistema Paese sulla scuola; non è stato fatto nulla in questi mesi: le prime responsabilità sono delle Regioni”, attacca il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. Sulle stesse posizioni anche Pino Turi della Uil scuola. I governatori della Lega sottolineano che “la riapertura del 7 gennaio sarà impossibile senza investimenti mirati su traporto pubblico ed edifici.
Gli studenti vogliono tornare a scuola
Gli studenti intanto chiedono di tornare in classe. “Vogliamo ricominciare a vivere le nostre scuole, siamo stanchi di un rientro fatto solo di slogan e futili promesse. Senza una mobilità pubblica efficiente e sicura è impossibile rientrare in sicurezza”. Insufficienza degli spazi a disposizione per studiare, una didattica a distanza escludente e mortificante per quanti non siano in possesso di un computer personale o di una connessione stabile e l’assoluta necessità di tornare e condividere l’insegnamento con compagni e insegnanti. “Tanti studenti stanno facendo proteste gentili, stanno chiedendo al mondo degli adulti di occuparsi di più di loro. Come dice Liliana Segre, i giovani sanno essere forti, fortissimi. Gli studenti sono simbolo di resilienza”, è il pensiero della ministra Azzolina.
