Site icon quicosenza

Comuni “blindati” a Natale e Capodanno. Una norma che non piace a nessuno.

Regioni contrarie ma anche diversi senatori del PD che ora chiedono a Conte di derogare alla norma che vieta di spostarsi nei comuni limitrofi il 25, 26 e 1 gennaio e che riguarda milioni di famiglie “non potranno vedersi nemmeno genitori e figli”. Ma il Presidente dell’Anci “Governo non ceda”

.

COSENZA – Era stato il Ministro della salute Roberto Speranza a far intuire che ci sarebbe stato ben poco margine alla linea della fermezza che il Governo ha deciso di mettere in pratica per le festività natalizie: “decisioni sofferte con scelte difficili ma necessarie” aveva spiegato Speranza per non rivedere nuovamente quello che è già successo in estate ed anche per evitare una terza ondata che arriverebbe proprio durante la somministrazione dei primi vaccini. Ma se da un lato le Regioni hanno criticato in particolare il fatto che il Governo abbia blindato le misure con un Decreto approvato ieri sera, sono i ricongiungimenti e la stretta che vieta di spostarsi anche tra i comuni delle stesse Regioni nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno a far discutere e non poco. La stessa conferenza delle Regioni e delle Province autonome che “ha preso atto delle scelte operate con l’adozione del citato decreto-legge che, intervenendo con forti limitazioni agli spostamenti e alle relazioni sociali nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021″ ha definito di fatto pleonastico il pronunciamento su parti essenziali del Dpcm. Decreto che Fontana ha definito ’lunare’ e in perfetta contraddizione con le dichiarazioni sulla leale collaborazione fra Stato e Regioni.

Che senso ha permettere a milioni di persone di tornare senza alcun problema nella propria Regione (o viceversa) fino al 21 dicembre, quindi a pochi giorni dal Natale e con un numero non indifferente di spostamenti, ma al contempo vietare ad esempio ad un figlio di andare a far visita ai genitori in un comune limitrofo solo nei 3 giorni di festa? O ancora, si può passare la Vigilia di Natale a casa di un fratello che abita in un altro Comune, ma non lo si può fare per il pranzo di Natale.

Inoltre è evidente che non si possono mettere sullo stesso piano piccoli comuni e grandi centri per limitare gli spostamenti. Domande e dubbi che agitano le acque anche nella stessa maggioranza e ora chiede al Governo un passo indietro su questa norma che non piace a nessuno, pur capendo le evidenze scientifiche del CTS che ha chiesto il massimo rigore. Il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci chiede di derogare rivolgendosi direttamente a Conte “mi rivolgo al premier: cambi le norme sbagliate inserite nel decreto sulla mobilità comunale del 25, 26 dicembre e 1 gennaio. Lo chiedono le Regioni e 25 miei colleghi senatori del Pd. Non è una questione di poco conto, riguarda milioni di famiglie che abitano in zone limitrofe, divise soltanto dai confini del proprio Comune. Bisogna, a mio avviso, rendere possibile, nel rispetto delle norme, i ricongiungimenti familiari e affettivi anche solo per poche ore”.

Ma c’è invece chi chiede di non allentare le misure e di non cedere alle pressioni. È il caso del presidente dell’Associazione Nazionale Comuni, Antonio Decaro che lancia l’allarme “Il Governo non dia un segnale di allentamento. Rappresenterebbe un rischio. I sindaci sono preoccupati per quel che può accadere per esempio il giorno della vigilia di Natale, quando le zone centrali delle città medie e grandi richiamano migliaia di persone per il rito degli auguri e dell’aperitivo“.

Exit mobile version