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Test anti-covid abusivi e reagenti scaduti, controlli e sanzioni dei Nas anche in Calabria

I carabinieri del Nas nell’ultima settimana hanno controllato quasi 300 aziende e laboratori di analisi, privati e convenzionati, ed altre strutture operanti nel commercio e nell’erogazione di test di analisi molecolari, antigeniche e sierologiche. Irregolarità anche in due laboratori calabresi: a Catanzaro e a Reggio Calabria

 

ROMA – La mancata autorizzazione allo svolgimento dei tamponi per il Covid-1, l’omessa o ritardata comunicazione dei casi di positività emersi a seguito delle analisi cliniche sono solo alcune delle irregolarità riscontrate dai militari del Nas che hanno contestato 94 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 145 mila euro di sanzioni pecuniarie dopo una serie di contolli effettuati nei laboratori privati di tutta Italia. Sono state riscontrate irregolarità anche in due laboratori calabresi: a Catanzaro e a Reggio Calabria.

 

Ispezioni e sanzioni a Catanzaro e Reggio Calabria

In particolare i Nas Catanzaro hanno denunciato il responsabile di un laboratorio di analisi nella zona sud di Catanzaro accreditato a cui si contesta di aver utilizzato, nelle attività diagnostiche, dei reagenti chimici scaduti di validità. Nel corso del controllo sarebbero state inoltre accertate delle carenze igienico sanitarie e strutturali e la mancata adozione delle misure protettive e preventive nei luoghi di lavoro in materia di contenimento. Sono state sequestrate 877 fiale di reagenti e diagnostici in vitro scaduti di validità il cui valore ammonta a 4.500 euro.

I Nas di Reggio Calabria, invece, hanno individuato un centro di analisi cliniche accreditato e che avrebbe eseguito testi rapidi per l’accertamento della positività al Covid senza autorizzazione e senza i relativi requisiti funzionali oltre che avendo utilizzato reagenti chimici scaduti. Anche in questo caso sono stati sequestrati 17 reagenti irregolari il cui valore complessivo ammonta a 1.000 euro. Il legale responsabile e un tecnico di laboratorio, peraltro non iscritto al relativo albo, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria.

Per quanto riguarda i controlli nei laboratori italiani, il 60% delle violazioni è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico. Il 15 % riguarda il mancato possesso delle autorizzazioni a fare i tamponi o lo svolgimento dell’esame in ambienti non idonei. Il 14% la omessa o ritardata comunicazione delle positività. Nel corso delle verifiche, i carabinieri del Nas hanno individuato l’attivazione abusiva di punti prelievo, ematici e biologici, in aree improvvisate, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie. In un caso, è stata avviata una campagna di screening della popolazione, affidata da alcuni Comuni ad un laboratorio, senza alcuna comunicazione preventiva all’Autorità sanitaria. Un ulteriore fenomeno rilevato è la vendita al dettaglio ai clienti, presso farmacie o addirittura in erboristeria e profumeria, di kit di analisi sierologiche anticorpali destinati al solo uso professionale sanitario e non adatti all’autodiagnosi. Proprio in tale contesto sono stati sequestrati 153 tra kit di diagnosi e dispositivi medici irregolarmente detenuti per la vendita al dettaglio o per l’effettuazione di analisi.

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