La ministra interviene dopo la richiesta di alcune regioni che avevano chiesto la chiusura per evitare gli assembramenti nei mezzi trasporti. Eventualità esclusa dalla Azzolina “l’uso complementare della didattica digitale è già realtà e ha permesso non solo di garantire il distanziamento in aula, ma anche di alleggerire di molto il carico del trasporto pubblico”
.
COSENZA – Una “extrema ratio” paventata da alcune Regioni, sopratutto quelle del Nord, riconducibile alla problematica della capienza nei mezzi di trasporto pubblico che porta, inevitabilmente, ad avere assembramenti all’entra e all’uscita dalle scuole perchè, avevano evidenziato le Regioni, si tratta di ragazzi grandi che a differenza di quelli più piccoli che in genere si muovono a piedi o vengono accompagnati, per raggiungere le scuole utilizzano metro, bus e treni per spostarsi. Per questo aveano ipotizzato la chiusura degli istituto e l’utilizzo della didattica a distanza.
Ipotesi bocciata dalla Azzolina “i ragazzi sono felici di essere tornati a scuola. E ci devono rimanere. Anche per quelli più grandi la didattica in presenza è fondamentale perché garantisce formazione ma anche socialità, che altrimenti i giovani andrebbero a cercare altrove. I numeri e le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità ci confermano che i contagi non avvengono dentro le scuole. L’attenzione deve essere invece orientata fuori, alle attività extrascolastiche, come ribadiamo da tempo”, ha aggiunto la ministra che ha poi aggiunto “l’uso complementare della didattica digitale per le scuole superiori è già realtà e ha permesso non solo di garantire il distanziamento in aula, ma anche di alleggerire di molto il carico del trasporto pubblico. La cosiddetta didattica digitale integrata è una delle disposizioni scritte nero su bianco nel “Piano Scuola” condiviso e approvato anche dalle Regioni. A giugno. In quel documento è previsto anche lo scaglionamento degli ingressi che, infatti, molti Istituti hanno predisposto”.
“Le scuole – ha concluso – hanno lavorato tantissimo questa estate per garantire il rientro in classe di studenti e studentesse. Se l’idea per qualcuno è chiuderle e lasciare tutti a casa, la risposta è no”.

