Per riaprire la scuola in sicurezza bisogna trasformarla in una ‘fortezza’ anti-Covid, con tre livelli di difesa simili a tre cerchia di mura invisibili ma invalicabili per il coronavirus
Si tratta di una strategia suggerita in un editoriale su Science dagli esperti dell’Università della Pennsylvania sulla base delle piu’ recenti evidenze scientifiche, che prevede tre livelli: uno all’esterno, tra la scuola e la comunità, uno tra le classi dell’istituto e uno all’interno delle stesse aule. La prima regola e’ quella di ridurre per quanto possibile l’ingresso del virus a scuola, con un attento monitoraggio dei sintomi. Riconoscere quelli di Covid-19 e distinguerli da altri malanni di stagione però sarà un’impresa davvero ardua, perché nasi arrossati, colpi di tosse e mal di pancia possono avere una varietà di cause scatenanti. Non bisogna poi dimenticare che la maggior parte dei giovani colpiti da SarsCov2 e’ del tutto asintomatica. Per questo “lo strumento più efficace per minimizzare il rischio e’ limitare la didattica in presenza solo a quando i contagi nella comunità locale sono sotto controllo”, scrivono gli esperti Ronan Lordan, Garret A. FitzGerald e Tilo Grosser su Science.
Nel caso in cui il virus dovesse fare comunque breccia nella scuola, bisogna far trovare pronta la seconda linea di difesa, quella all’interno della classe del contagiato. Per evitare che l’infezione non ancora diagnosticata si trasmetta ai compagni, sono d’obbligo le mascherine, il distanziamento e l’igiene delle superfici e delle mani. Le aule vanno arieggiate e possibilmente occupate per periodi di tempo piu’ limitati. Meglio poi evitare attivita’ come il canto e gli sport di contatto che prevedono un aumento della respirazione.
Infine, la terza e ultima difesa: per evitare che pochi casi si trasformino in un focolaio, imponendo la chiusura dell’intero istituto, bisogna limitare i contatti fra le classi. “Grandi focolai nelle scuole possono essere ridotti al minimo limitando la trasmissione secondaria al minor numero di persone”, scrivono gli esperti. “Gruppi di persone che restano relativamente isolati fra loro possono ridurre i contatti e facilitare il tracciamento in caso di contagio. L’identificazione precoce delle persone infette attraverso il monitoraggio dei sintomi e i test diagnostici puo’ limitare le misure di quarantena ai gruppi colpiti senza dover chiudere l’intera scuola”.

