Pur senza essere stata a contatto con il virus, una buona parte della popolazione potrebbe avere cellule immunitarie in grado di riconoscere SARS-CoV-2, il che forse potrebbero portare a un vantaggio nel combattere l’infezione
Questa l’ipotesi di un articolo di sintesi, pubblicato sulla rivista Nature Reviews Immunology dagli esperti del Center for Infectious Disease and Vaccine Research presso La Jolla Institute for Immunology, secondo cui alcune persone potrebbero presentare un grado di protezione sconosciuto. “Quello che abbiamo scoperto – spiega Alessandro Sette del Center for Infectious Disease and Vaccine Research – è che circa il 50 percento dei soggetti che non sembravano essere stati esposti al virus presentava una certa reattività delle cellule T, quelle che l’organismo produce a seguito di un’infezione per fare in modo di riconoscere lo stesso agente patogeno in futuro”.
Il team ha confrontato campioni di sangue prelevato da pazienti Covid-19 con campioni prelevati a San Diego tra il 2015 e il 2018. “Avevamo la certezza – continua Shane Crotty, collega e coautore di Sette – che i pazienti degli anni scorsi non fossero stati esposti a Sars-CoV-2, eppure circa la metà dei campioni presentava reattività”. Pubblicato in prima revisione sulla rivista Cell a fine giugno, lo studio degli esperti, che potrebbe implicare una predisposizione all’immunità per una percentuale significativa della popolazione, sembra essere ora confermato da altre ricerche, condotte in laboratori differenti in altre parti del mondo, con tecniche diverse e variazioni nelle metodologie.
Gli esperti sostengono che tutto questo suggerisce anche che l’immunità di gregge potrebbe essere raggiunta più precocemente del previsto. “Se buona parte della popolazione presenta già un livello interessante di immunità – interviene John Ioannidis, docente di Medicina, epidemiologia e salute presso la Stanford University – sarà necessario raggiungere una percentuale di contagio molto ridotta. In altre parole, se esiste un’immunità di gregge, essa muterà in base alla velocità con cui il virus si diffonde attraverso diverse comunità e popolazioni”.
