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Esportazioni primo trimestre 2020: crollo in Calabria, tranne nel sistema agro-alimentare

Esportazioni diminuite dell’8,9% rispetto al 2019. La riduzione più elevata (-93,3%) si ha nel settore dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento

 

RENDE (CS) – “Da Gennaio a Marzo 2020, la riduzione delle esportazioni calabresi è pari a -8,9%. E’ verosimile pensare che nel secondo semestre (aprile-giugno 2020) avremo un ulteriore crollo.” Questo l’allarme lanciato da Francesco Aiello, Prof. Ordinario di Politica Economica dell’Unical.Come uscirne? – Il professore analizza tutte le possibilità che consentirebbero di evitare il crollo. – Innanzitutto, occorre utilizzare per riforme strutturali i fondi che arriveranno dal governo e dall’UE. Va bene il sostegno alla domanda se è temporaneo, ma ad un certo punto occorre puntare a cambiare le condizioni di offerta.

Inoltre, in Calabria bisogna finalizzare la ZES che è rimasto un progetto privo di contenuti. Le idee su cosa fare nella ZES di Gioia Tauro sono chiarissime e ne abbiamo lungamente dibattuto anche sulle colonne di OpenCalabria. Ora occorre concretizzare le ipotesi di sviluppo e per farlo serve, in primis, che il Ministro Provenzano definisca la governance della ZES, assegnando risorse al comitato di indirizzo e nominando un commissario governativo con un profilo  autorevole, ad elevata specializzazione su temi di crescita regionale e in grado di interagire con investitori internazionali.

Esportazioni primo trimestre 2020: crollo in Calabria, tranne che nel sistema agro-alimentare

Nel primo trimestre 2020 le esportazioni della Calabria sono diminuite dell’8,9% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Tra i settori relativamente più importanti nella struttura dell’export regionale si evidenzia l’incremento delle esportazioni dell’agricoltura (+18,8%) e del settore agro-alimentare (+6,7%). L’era post-covid richiede riforme strutturali a favore della competitività del sistema produttivo regionale e, in tale direzione, la sfida più importante sarà quella di aumentare la densità di imprese specializzate in settori ad elevato contenuto tecnologico. Su base istituzionale, una forte spinta all’export regionale potrebbe venire dalla Zona Economica Speciale che, a tre anni dalla sua istituzione, è ancora un progetto vuoto di contenuti.

Le esportazioni del primo semestre 2020

Nel primo trimestre 2020, le esportazioni italiane sono diminuite in tutto il territorio nazionale: -6,8% nel Nord-est, -5,4% nel Mezzogiorno, -3,5% nel Centro e -3-3% nelle regioni del Nord-ovest. Su base regionale, nel primo trimestre 2020 la Calabria registra una riduzione dell’8,9% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Le regioni che hanno registrato la più elevata flessione delle esportazioni sono Valle d’Aosta (-21,4%), Basilicata (-17,2%) e Marche (-9,5%). Si tratta però di regioni che “pesano” poco nella struttura dell’export nazionale. Infatti, per esempio, la Lombardia assorbe il 27% delle esportazioni italiane e, quindi, la variazione negativa del 3% osservata nel primo trimestre del 2020 contribuisce in modo rilevante (oltre 0,8 punti percentuali) alla riduzione su base annua delle esportazioni italiane. Nel primi tre mesi del 2020, le regioni che hanno registrano un aumento sostenuto delle esportazioni sono il Molise (+57,0%), la Liguria (+39,0%) e la Sardegna (+12,2%).

L’esito aggregato della Calabria (-8,9%) è determinato dalla riduzione nei settori relativamente più “importanti” dell’export regionale. La riduzione più elevata (-93,3%) si ha nel settore dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento, la cui quota rispetto alle esportazioni nazionali del settore si è quasi azzerata, passando da 0,7% del primo trimestre 2019 a 0,002% nel 2020. Rilevante è anche la riduzione (-42%) nel settore dei trasporti e quella (-10,2%) del comparto della chimica. Tra i settori in cui la Calabria gode di vantaggi comparati, le esportazioni del settore agricolo sono aumentate di ben il 18,2% e quelle delle settore agro-alimentare del 6.7%.

Discussione

Le esportazioni sono un buon indicatore dello “stato di salute” di qualsivoglia sistema economico. Facendo riferimento al caso regionale, i volumi delle esportazioni calabresi segnalano, in media, bassi livelli di competitività delle produzioni locali sui mercati internazionali. Gli effetti di queste debolezze sistemiche saranno ancora più evidenti nella fase post-Covid a causa della forte riduzione della domanda mondiale.Tra le numerosissime cause che aiutano a spiegare la bassa competitività delle beni prodotti in Calabria, è ragionevole pensare che il basso livello di innovatività sia uno dei motivi più rilevanti: la Calabria investe in ricerca e innovazione solo lo 0,52% del proprio PIL e, quindi, non ha alcuna possibilità nè di scalare la catena del valore nè di acquisire competitività sistemica nei mercati internazionali.

Esistono casi aziendali che sanno vincere le sfide della concorrenza mondiale, ma si tratta di poche eccellenze. In media, la Calabria è una regione poco orientata ai cambiamenti imposti dalle innovazioni e poco incline a qualsiasi forma di modernizzazione. Una delle sfide post-Covid a favore delle esportazioni calabresi sarà quella di aumentare la densità di imprese specializzate in settori ad elevato contenuto tecnologico. Su base istituzionale, una forte spinta all’export regionale potrebbe venire dalla Zona Economica Speciale che, a tre anni dalla sua istituzione, è ancora un progetto vuoto di contenuti.;

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