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Cosenza, aggressioni al pronto soccorso. SUL Calabria: “la sicurezza non è garantita”

L’aggressione a cui si fa riferimento è avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 maggio scorsi ai danni di un dirigente medico in servizio in un ambulatorio del Pronto soccorso dell’Annunziata

 

COSENZA – “Vittima di due brutali aggressioni – denuncia in una nota il Movimento Noi – Rete Umana, Movimento di Opinione Sociale, Culturale e Politico – un dirigente medico. Dei due pazienti, uno dei quali si è anche reso responsabile del danneggiamento di uno dei computer in uso presso l’ambulatorio”. “Si tratta dell’ennesima aggressione ai danni di sanitari in prima linea – si legge nella nota del movimento -, soprattutto in questo tempo storico caratterizzato dalla nota pandemia. Le drammatiche condizioni della sanità calabrese non possono essere tollerate oltre. Tali aggressioni potrebbero inoltre sfociare in tragedia”.

SUL “Situazione sottovalutata da tempo”

In merito è intervenuto anche il SUL che in una nota sottolinea “quello che era prevedibile è accaduto nuovamente. Un’altra aggressione al personale del Pronto Soccorso dell’Annunziata è stata perpetrata. Nessuno provi a definire questo gesto come imprevedibile ed inatteso. È il frutto, certamente, di reazioni dettate, forse, da patologie, ma anche dell’incuria e della sottovalutazione delle ripetute denunce presentate dal SUL Calabria. Ai primi giorni di febbraio avevamo chiesto un incontro alla direzione amministrativa dell’Annunziata; nella conferenza stampa del 24 febbraio abbiamo chiaramente specificato che il primo dei nostri obiettivi era quello di mettere in sicurezza il personale medico e paramedico del Pronto Soccorso anche assicurando il riempimento di organici particolarmente deficitari; il 27 febbraio abbiamo inviato un promemoria al Commissario sull’argomento; il 10 marzo abbiamo inviato una dettagliata relazione, frutto di una indagine sul campo del nostro comparto sicurezza e, dopo la lunga pausa da lockdown nella quale le condizioni del Pronto Soccorso hanno avuto respiro per un drastico calo di afflussi, il 6 maggio chiedevamo misure urgenti, fra le quali quelle riguardanti la sicurezza al Pronto Soccorso”.

“La responsabilità è di chi non ha agito”

“C’è una responsabilità nel non aver agito e nel non aver delineato un programma che consentisse di mettere in sicurezza il reparto. Ripetiamo – scrive il SUL in una nota – al Pronto Soccorso dell’Annunziata si entra da mille entrate e si esce da mille uscite. E lì ci stanno medici e paramedici, strumenti e medicinali esposti alle possibili razzie. Il triage non funziona da filtro e la sicurezza non è garantita a causa dell’estrema ristrettezza del personale addetto.  Ciò detto, il SUL Calabria esprime pubblicamente la solidarietà alla Dottoressa aggredita, chiede conto all’Amministrazione dei motivi per cui mai vi sia stato un confronto, anche telefonico o telematico in questa fase convulsa, dei motivi per cui quanto denunciato ed oggettivamente riscontrabile non ha avuto alcuna attenzione e attività”.

“Su quanto denunciato il SUL Calabria ha dato mandato ai propri legali di predisporre un esposto alla Procura della Repubblica che faccia chiarezza sulle condizioni nelle quali si è costretti ad operare. Intanto chiediamo alla Presidente della Regione Calabria, on. Jole Santelli, di intervenire con immediatezza per assicurare la piena agibilità del Pronto Soccorso nelle condizioni di massima sicurezza di tutto il personale, degli utenti che vi si rivolgono e delle famiglie che li accompagnano”.

 

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