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Vienna da Fuscaldo, la mamma del Santo della Calabria

Il cuore generoso e forte di S. Francesco, è stato plasmato dal cuore di una donna, la sua mamma, Vienna da Fuscaldo

 

COSENZA – Dice un vecchio adagio: ‘dietro ogni grande uomo c’è una grande donna’. Credenti o meno, in tanti sono d’accordo sulla grandezza di S. Francesco di Paola. Le sue opere e i suoi miracoli hanno fatto il giro del mondo. Il suo Santuario è uno dei più visitati in Calabria, sia da pellegrini che da semplici turisti curiosi.  Il piccolo viene al mondo da mamma Vienna, originaria di Fuscaldo, e papà Giacomo, due pie persone che concepiscono Francesco dopo ben 15 anni di matrimonio. È proprio Vienna, ad ispirare un toccante lungometraggio di un giovane regista alle prime armi, Fabio Marra, già autore di vari cortometraggi.

La storia

Il film, Vienna da Fuscaldo, La madre d San Francesco di Paola (Quadra Film, 2007), nasce da una piccola e semplice storia, quella di Vienna da Fuscaldo (interpretata da Paola Scirchio) e di Giacomo D’Alessio (Silvio Stellato) detto “Martolilla”, due persone che vivono in maniera semplice e con il frutto del loro lavoro. Siamo all’inizio del XV secolo, il periodo del Regno di Napoli e degli Aragonesi, Giacomo ha un piccolo pezzo di terreno che coltiva con amore e il cui raccolto va prima di tutto ai bisognosi e poi alla sua famiglia. Vienna, invece, è una donna molto pia che segue con devozione il marito, praticando lunghi digiuni e molte ore di preghiera; entrambi sono molto amati e rispettati nella loro piccola cittadina. Nonostante la grande bontà e l’ancor più grande fede, la coppia tarda ad avere un bambino; Vienna e Giacomo sono molto devoti a S. Francesco d’Assisi ed è a lui che per anni rivolgono disperati le loro preghiere. Dopo oltre 10 anni i due finalmente concepiscono il loro primo bambino, a cui danno il nome di Francesco, per la grazia ricevuta dal “poverello” d’Assisi. Ma non sarà l’unico miracolo che il piccolo Francesco riceverà dal santo; infatti, appena nato, il bimbo è già in pericolo di vita per una grave infezione all’occhio e saranno di nuovo le estenuanti preghiere di Vienna a S. Francesco a salvarlo. Vienna, per voto, promette che all’età opportuna il figlio avrebbe portato la veste di S. Francesco, rimanendo un anno in convento. Così, all’età di 15 anni, dopo aver avuto una visione celestiale, Francesco entra nel convento francescano di San Marco Argentano, piccolo comune in provincia di Cosenza. Lì Francesco è seguito da Padre Antonio da Catanzaro (Raffaele del Monaco). È proprio da quest’ultimo, il frate da Catanzaro, che parte la narrazione. Sarà la sua pacata e morente voce narrante a portarci per mano nella vita del santo di Paola. Con gli ultimi sprazzi di energia, infatti, il frate decide di raccontare ai posteri la storia di questo piccolo grande uomo, tornando indietro nel tempo al momento in cui Vienna e Giacomo si sono conosciuti. La storia, dunque, non si incentra prevalentemente su S. Francesco o sulla sua vita, ma su quella dei suoi genitori e in particolar modo su quella di Vienna, sua madre. Una donna dall’animo gentile ma con un’enorme forza interiore che sarà fondamentale durante l’infanzia del piccolo Francesco (Giuseppe Seminara). Il film ha una durata di 80 minuti, con pochi dialoghi, ma tante scene intense che lasciano poco spazio alla parola.  Il film è stato presentato alla 61esima edizione del Festival internazionale del cinema di Salerno, che da sempre si contraddistingue per la ricerca di nuovi autori.

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