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Al ‘Nitti’ laboratorio di biologia molecolare all’avanguardia: “Qui manipoliamo la vita”

Gli alunni si occupano, anche, dell’analisi delle acque della nostra città. Un insegnate: “unire la teoria alla pratica è una cosa meravigliosa. Gli studenti si appassionano tantissimo”

 

COSENZA – Una scuola all’avanguardia per i suoi corsi di studio ma soprattutto per le attività laboratoriali che svolge; una scuola dove gli alunni vengono formati con professionalità, ma soprattutto con passione e amore; una scuola dove si va al di là delle attività scolastiche e si insegna la realtà e il ciclo della vita per quel che è veramente, a partire da ciò che lo costituisce: la molecola. Stiamo parlando dell‘Istituto di Istruzione superiore IPSS “Da Vinci” ITAS “A.Nitti” sito in piazza Cappello a Cosenza, presieduto dal Dirigente scolastico Damiano De Paola; dove gli studenti hanno la “fortuna” di intraprendere un percorso di studi che permetterà loro di avere basi più che solide, per diventare i futuri medici, biologi, farmacisti, chimici ed altro ancora del domani. La scuola infatti, vanta un laboratorio di biologia molecolare “Rosalind Franklin” di ultima generazione con strumentazioni importantissime e fondamentali per lo studio di materie ad indirizzo biotecnologico sanitarie (quali chimica analitica e strumentale, chimica organica e biochimica, biologia, microbiologia e tecnolog. di controllo sanitario, igiene, anatomia, fisiologia e patologia, oltre alle materie di routine); che i ragazzi svolgono durante l’anno scolastico.

“Nel corso del triennio – spiegano le insegnanti Flavia Tenuta, Gianna Gargano e Rosamaria De Pasquale – vengono insegnate tante discipline in concomitanza, parliamo di cittadinanza attiva. Nel biennio ci si concentra sulla tematica dell’ambiente; terza, quarta e quinta temi quali droga, alcol e dipendenza in generale. Ognuno con la propria disciplina (matematica, inglese, scienza, diritto ecc.) affronta la stessa tematica. Abbiamo svolto tante iniziative e tanti incontri con ospiti d’eccellenza in diversi campi. Soprattutto la medicina viene studiata ad ampio raggio. Collaboriamo anche con diverse realtà, laboratori e centri. Ad esempio con Catanzaro e Lamezia; con l’Università; con il Fai (con il quale abbiamo analizzato le acqua in Sila per tre anni) e tanti altri”.

E non tutti sanno che gli studenti si occupano, anche, dell’analisi delle acque della nostra città e dintorni. Diverse fontane pubbliche sono state campionate e analizzate dalle classi, sempre a scopo didattico. Ieri mattina, ad esempio, gli alunni hanno prelevato dei campioni presso la fontana alle spalle del teatro Morelli, in via Lungo Busento Oberdan. Si analizza la durezza dell’acqua e la presenza o meno di escherichia coli, salmonella, legionella ecc; di rame, calcio e ogni sua proprietà.  “Perchè – concludono le insegnanti – unire la teoria alla pratica è una cosa meravigliosa. Gli studenti si appassionano tantissimo, ed è la motivazione maggiore per la quale si iscrivono qui”.

Il fiore all’occhiello di una scuola stupenda sia dal punto di vista fisico (collocata in un palazzo storico nel centro della città), che da quello umano (insegnanti e studenti appaiono come una grande famiglia): è il laboratorio che ci è stato mostrato in ogni suo dettaglio.

“Siamo provvisti – ci ha spiegato il professore Pietro Madeo – di un gioiello. Quando noi prepariamo preparati, dato che coloriamo per poter visualizzare la molecolina, ci rendiamo conto delle dimensioni e delle quantità delle cellule che studiamo. Noi ne siamo formati di miliardi, in ognuna di questa vi sono 46 cromosomi tutte hanno lo stesso DNA. Poi in realtà la cosa grandiosa è che noi andiamo a manipolare la vita. Parliamo di dimensioni microscopiche, un metro e 8 in una cellula piccolissima. In questo lungo filamento c’è scritto tutto. Tutte le malattie si scopre hanno origine genetica. In questo laboratorio andiamo ad identificare le anomalie genetiche, con strumenti d’avanguardia.” Strumenti che lasciano senza fiato data l’importanza per i quali vengono utilizzati che, purtroppo, in pochi conoscono (come il fotodocumentatore;  frigo per le provette con capacità di surgelare a -20°, per conservare il DNA per lunghi periodi; due telescopi con fotocamere collegate ad un monitor, bilance, termociclatore, sequenziatore genetico). ”

“Unica scuola in Italia – continua il Prof.Madeo – ad esserne a disposizione. In America tale strumento ha permesso di decifrare il genoma umano. Il nostro è monocapillare. Qui dopo varie analisi si mette il campione, appare sullo schermo un grafico a 4 colori che è il linguaggio biologico. 25mila geni costituiscono il nostro DNA . Si basa su 4 lettere. Il nostro organismo è formato da 3 basi: 3 miliardi di basi azotate si mescolano tra loro all’infinito, solo il 2% ci dice come dobbiamo essere. Si parla di DNA spazzatura. Qui nello schermo – ci mostra – appare poi un elettroferogramma tracciato. Se la sequenza non è omogenea il gene è malato“.

E non solo questo; i ragazzi riescono anche a studiare la melogenina, che permette di discriminare se si tratta di genere maschile o femminile. Ed ancora ciò che li appassiona particolarmente è la riproduzione di una scena vera e propria del crimine. Insomma tantissime attività che fanno di questi studenti il futuro, soprattutto, della tecnologia biosanitaria, oggi in continua evoluzione e d’enorme importanza per le nostre vite.

 

 

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