La festa degli Alpini a Cosenza per il raduno del IV Raggruppamento del Centro Sud-Isole. Il Sindaco di Cosenza “Siamo orgogliosi e felici di ospitare gli alpini, che hanno dei valori che per noi sono fondamentali in un momento di crisi generalizzata e di sfiducia”. Domani dal Ponte di Calatrava partirà la sfilata degli alpini che dopo aver attraversato le principali vie della città arriveranno a Piazza Bilotti
COSENZA – Un tripudio di penne nere, di tricolori sventolanti e di giovani studenti desiderosi di conoscere un pezzo di storia importante del Paese. La città di Cosenza vive una tre giorni di festa per il raduno ufficiale del IV Raggruppamento del Centro Sud – Isole degli alpini. Fino a domani, oltre cinquemila alpini provenienti da tutta Italia sono per la prima volta in Calabria. Il capoluogo Bruzio è stato scelto dopo numerosi sopralluoghi effettuati dall’Associazione nazionale, che ha riscontrato nella città le caratteristiche ideali per il raduno, grazie alle eccellenze storiche ed architettoniche, ma anche alle profonde trasformazioni di rigenerazione urbana che Cosenza ha conosciuto negli ultimi anni. È cominciata dal monumento ai caduti di Piazza della Vittoria la prima giornata del raduno che l’ANA (l’Associazione nazionale Alpini), con la sua sezione di Napoli Campania-Calabria, ha voluto si celebrasse proprio nella città dei Bruzi. Peraltro nell’importante ricorrenza dei 100 anni dell’ANA, sorta l’8 luglio del 1919 in un caffè della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Ma la presenza delle penne nere a Cosenza non è solo circoscritta all’Italia centrale e meridionale. Qui sono arrivati alpini da ogni dove, dal Triveneto, da Bolzano e Trento, dalla Valle d’Aosta.
E domani l’invasione sarà completata per l’attesissima sfilata che partirà dal Ponte di Calatrava. Al Monumento ai caduti la solennità del cerimoniale prevede prima l’Alzabandiera, mentre la fanfara alpina “Abruzzi” e gli allievi delle scuole elementari dell’Istituto comprensivo “Zumbini” (via Milelli e Donnici) e di via Negroni e via De Rada. Seguiti dall’inno di Mameli, alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto e del Presidente Nazionale dell’ANA, Sebastiano Favero, e di tutte le altre autorità. Il colpo d’occhio è di quelli che danno emozione. Il secondo atto della cerimonia è la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti, accompagnata dal Sindaco Occhiuto e dal Presidente Favero. Subito dopo, la mattinata è proseguita nella sala “Quintieri” del Teatro Rendano per i saluti ufficiali del Sindaco di Cosenza e del Presidente dell’ANA Favero. Sala gremita da alpini e dai ragazzi delle scuole medie degli Istituti comprensivi “Zumbini” e “Negroni”.
“Siamo orgogliosi e felici di ospitare gli alpini, che hanno dei valori che per noi sono fondamentali – ha detto Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza – in un momento di crisi generalizzata e di sfiducia, gli alpini imprimono sempre, dovunque vanno, la loro voglia di vivere e di fare del bene agli altri, di cogliere quello che di bello c’è nella vita, nell’altruismo e mai nell’egoismo. Siamo orgogliosi della scelta dell’Associazione nazionale. Cosenza è una bellissima città, non solo per il centro storico con i suoi monumenti e le sue eccellenze architettoniche, ma anche per il lavoro di rigenerazione urbana che è stato realizzato nella parte nuova, negli ultimi anni. Manifestazioni come queste – ha aggiunto il primo cittadino – ci riconnettono con la memoria del passato che dobbiamo rispettare e che i nostri genitori ci hanno trasferito”.
“L’accoglienza è stata davvero splendida – ha detto Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione nazionale alpini – perché quando io vedo dei ragazzi mi si apre il cuore. Gli alpini nella storia hanno sempre fatto quello che dovevano fare, cioè il loro dovere, ma quello che ci preoccupa è proprio trasmettere alle giovani generazioni un messaggio forte: quello che è importante è saper dare, perché chi sa dare poi riceve molto, ma molto di più”. Molte le iniziative previste, tra cui la mostra fotografica allestita nel Chiostro di San Domenico: 150 gli scatti che hanno immortalato alcuni momenti di vita al fronte, negli anni ’40, all’inizio del secondo conflitto mondiale.
